Tre mimi e una sedia da portare in trionfo

Omar Sherif H. Rida

Una sedia al centro del palco. Non come oggetto della scenografia ma come unica protagonista di un’interpretazione teatrale. Un paradosso postmoderno? Un’invettiva contro il materialismo della società contemporanea? Niente di tutto ciò ma solo il tentativo (piuttosto riuscito a giudicare dal successo internazionale) di Joan Gràcia, Paco Mir e Carles Sans, i tre componenti-mimo-clown della compagnia spagnola «Tricicle» di far ridere anche parlando di un oggetto apparentemente così poco stimolante come una sedia. Questa l’idea da cui è nato Sit, lo spettacolo che sarà in scena al Teatro Olimpico da domani al 12 febbraio. Una rappresentazione che ha esordito nel 2002 al Teatro Principal di Alicante (vincendo nel 2003 il premio come migliore interpretazione teatrale) e che vuole essere un punto d’incontro tra l’estetica e la funzionalità della sedia fino a farla diventare attrice a tutti gli effetti.
Un omaggio quasi dovuto a un elemento così comune ma che accompagna l’uomo fin dalla sua scoperta in gran parte delle attività quotidiane. Nel corso dei secoli la sedia è stata infatti privilegiata spettatrice di trattati di pace, importanti summit politici, pranzi luculliani, chiacchiere più o meno utili, grandiosi spettacoli, dure sentenze, lunghe attese e indimenticabili storie d’amore.
Quello di «Tricicle» è un meccanismo teatrale in cui l’umorismo scaturisce dall’intreccio tra il surreale e reale ottenuto grazie alla comicità e ad un mimo moderno ed efficace. Del resto il successo di una compagnia che calca le scene ormai da 23 anni, deriva proprio dal continuo attingere a situazioni quotidiane nelle quali il pubblico può specchiarsi continuamente, dal rifiuto dei temi alla moda per arrivare ad un linguaggio internazionale che ha consentito ai tre interpreti di fare spettacolo in capitali teatrali come Londra, New York e Parigi.
Ne hanno fatta di strada Gràcia, Mir e Sans dai tempi del loro primo incontro, avvenuto nel 1979 per uno stage di mimo e della loro prima rappresentazione, l’anno successivo, sul palco di «El Llantiol» di Barcellona (il primo caffè-teatro dedicato completamente al mimo). Il successo arriva nel 1983 con lo spettacolo Exit, parodia del comportamento umano in un aeroporto. Nel ’92 «Tricicle» partecipa al programma tv di Expo ’92 a Siviglia e alla cerimonia di chiusura dei giochi olimpici di Barcellona.
Il ’94 è invece l’anno della serie televisiva Choof per TV3, storia di tre naufraghi, novelli Robinson Crusoe, abbandonati in una piccola isola nel mezzo dell’oceano. Due anni dopo, nel ’96, i tre portano in scena Entretres, uno spettacolo che descrive la produzione di una telenovela. La trama? Tre artisti incompresi costretti a vivere in un piccolo appartamento.
Per il ventennale della compagnia arriva invece Tricicle 20, un’antologia dei migliori sketch che va in tournée in tutta la Spagna per poi venire pubblicato in uno spettacolo «formato libro» (Tricicle 20. 1979-’99).

Quindi, dulcis in fundo, scocca l’ora di Sit, la storia di una sedia portata in trionfo e non, come avviene di solito, utilizzata per portare in trionfo. Da domani anche a Roma, da gustare comodamente, rigorosamente... seduti.

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