Tredicenne vittima del bullismo: marchiato a fuoco dai compagni

Istituto professionale Albe Steiner, Torino. Il suo nome è tristemente legato a episodi infami. Nel novembre 2006 un disabile venne prima malmenato dai compagni e poi ripreso in un video finito su YouTube. L’altro ieri un tredicenne, Saverio, è stato marchiato a fuoco, come si fa con il bestiame, da due compagni di quattordici anni che frequentano anche loro la prima. Lo hanno bloccato alle spalle, poi gli hanno impresso una «emme», con tanto di cuoricino in mezzo, sul braccio destro. Hanno usato un pezzo di ferro collocato all’estremità di una penna e riscaldato con un accendino.
Le urla di dolore della vittima non sono state sentite dai professori. Era l’intervallo e tra una lezione e l’altra nella succursale della scuola regna il caos. Il fatto è durato pochi minuti. I due bulli sono scappati dopo aver compiuto il «lavoretto» e la vittima è stata portata al pronto soccorso: dovrà essere sottoposto a intervento chirurgico e ne avrà per venti giorni. Ma la convalescenza, per la paura e l’umiliazione subita, sarà molto più lunga. «Mi hanno aggredito senza un motivo - ha spiegato il ragazzino ferito -, semplicemente ero il più facile da colpire. Durante il cambio fra la prima e la seconda ora, in classe c'era la solita confusione. Io ero seduto al mio posto, stavo facendo un disegno. Lo giuro, ero tranquillo. Ho solo commesso l’errore di non guardarmi alle spalle».
Le parole di Saverio lasciano sgomenti e la dicono lunga sul clima che regna in questo istituto dove ieri un ispettore, inviato dalla Direzione scolastica regionale, ha aperto un’indagine per capire la dinamica dell'aggressione. E la sua dichiarazione rilasciata dopo aver sentito i responsabili del fattaccio mette i brividi: «Da quanto finora emerso - scrive Alessandro Militerno - il fatto pare rientrare in una dinamica di giochi di cui gli stessi studenti non pare comprendano la rilevanza». Insomma, per i due quattordicenni non sarebbe stato altro che uno scherzo, una burla che però ha fatto finire Saverio in ospedale.
Le conseguenze di questo gesto compiuto con una leggerezza preoccupante non pesano ancora sulle spalle dei due bulli. I ragazzi non sono stati neppure sospesi e sarà il consiglio di istituto a decidere il loro destino scolastico. Per il momento si presentano a scuola regolarmente, come niente fosse.
Il clima che si respira nell’istituto, però, è quello da trincea. E accanto alle istituzioni scolastiche ci sono le forze dell’ordine che indagano dietro la violenza. Le parole di Saverio hanno colpito in particolare gli investigatori: «È già successo ad altri compagni. Dovevo fare più attenzione», ha ammesso.
Ora si cercano eventuali riscontri per capire se effettivamente i due bulli siano già entrati in azione altre volte e come mai la cosa sia passata sotto silenzio. Intanto i genitori del ragazzo «marchiato» hanno sporto denuncia e sui due teppistelli pende un’accusa di lesioni aggravate. Il padre di Saverio non nasconde la propria preoccupazione. «È una storia assurda - dice sgomento -. Mio figlio mi ha spiegato che in classe, durante i cambi d’ora, c’è una gran confusione. Bisogna stare sempre in guardia». Anche la mamma, ancora incredula, cerca di trovare un perché. «Non ce l’avevano con lui. Non aveva litigato con quei ragazzi e dunque non era una ritorsione. Cercavano semplicemente qualcuno da colpire, da marchiare. Quello che successo è pazzesco, è di una stupidità agghiacciante».


Più severo nel giudizio il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori: «Questi episodi sono il segnale di una tendenza pericolosamente in ascesa, che si continua a chiamare bullismo mentre invece si tratta di criminalità».

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