Roma

Tredicimila «no» alla stangata-Tari

Promettono un forte ostruzionismo, anzi, di più, di «trasformare l’aula Giulio Cesare in un campo di battaglia». La manovra sulla tariffa per i rifiuti (Tari), che prevede un aumento del 15,8 per cento per i cittadini e di circa il 31,6 per cento per gli esercizi commerciali e alberghi, comincerà a essere discussa da lunedì in consiglio comunale. Ma l’opposizione è già pronta a dire il suo «No» a quello che il presidente della Federazione romana di An, Gianni Alemanno, definisce un provvedimento «inaccettabile». E quel «No» lo ripeterà per 13mila volte: tanti gli emendamenti che verranno presentati dal centrodestra. Di questi 5mila provengono da An, 7mila da Forza Italia e mille dall’Udc. «È la prima volta in questa consiliatura che scegliamo di fare ostruzionismo - dichiara Alemanno -. E non lo facciamo a cuor leggero, ma siamo di fronte a un provvedimento inaccettabile, perché la giunta capitolina poteva e dovere prendere misure per evitare questo esito». Ma «l’esito» di cui parla il presidente della Federazione romana è ormai annunciato. Il consiglio, però, può evitare la sua approvazione. Il termine fissato per legge è il 31 marzo: entro quella data, la Tari dovrà essere votata dall’aula Giulio Cesare, altrimenti l’Ama potrebbe rischiare il fallimento, visto che il denaro previsto non entrerà nelle sue casse. An, però, appoggiata da tutta l’opposizione, chiede che «quella delibera sia sospesa, eventualmente pensando a una soluzione tampone per far fronte all’emergenza dell’Ama». «Il Comune - aggiunge Alemanno - deve chiedere al governo una revisione del decreto legislativo sui rifiuti e alla Regione una diversa programmazione. Solo così eviterà di gravare ulteriormente sui cittadini». Ma per far questo serve tempo. Ecco allora la necessità di trovare un «espediente legislativo» in modo da prorogare il termine di approvazione. Per Michele Baldi, capogruppo di Forza Italia, la scelta del suo partito di presentare 7mila emendamenti è «il tentativo di accendere i riflettori su vicende che da anni dovevano essere gestite in ben altro modo». Anche Davide Bordoni, consigliere capitolino di Fi, sottolinea che «l’aumento della Tari serve per andare a coprire il buco di 80 milioni che ha l’Ama e di cui faranno le spese i cittadini». Per Dino Gasperini (Udc) è «assurdo che si discuta la Tari, senza parlare prima del ciclo dei rifiuti, delle sorti dell’azienda capitolina o delle discariche». Ma anche la Confesercenti ha formalizzato ieri la «non adesione» alla proposta tariffaria avanzata dal Comune e il presidente della commissione Bilancio, Mario Mei, ha presentato un emendamento per abbassare la tariffa massima sui rifiuti per il settore turistico. Se ne discuterà da lunedì. Intanto, però, Veltroni ieri in aula, dopo che il consiglio ha dato il via libera alle agevolazioni previste per l’Ici e la tariffa dei rifiuti, ha dato la colpa della stangata a «decisioni prese dal governo e dalla giunta regionale precedente». «Siamo costretti a ricorrere a una scelta difficile per salvaguardare un’azienda e i suoi lavoratori.

Roma si fa carico di decisioni prese altrove».

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