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Tremonti: «Problema noto, già fatto il possibile»

Roma«Ogni Paese ha il suo sistema finanziario e legale, e quello italiano è molto semplice: la Banca d’Italia ha il dovere-potere di vigilanza sulle banche. Se vede situazioni critiche, avverte il governo e il governo interviene. Finora questo non è stato. Siamo convinti che le informazioni che vengono da via Nazionale siano fondamentalmente affidabili». Di fronte alla bufera di Borsa che investe la principali banche italiane, ecco il Tremonti-pensiero: c’è chi vigila, la Banca d’Italia, e fino a questo momento le sirene d’allarme non sono state attivate da palazzo Koch. E il ministro aggiunge che «dalla vigilanza di Bankitalia non abbiamo avuto nessuna indicazione di problemi legati all’Est».
La questione della solidità del sistema bancario è stata affrontata più volte, e senza allarmi, nelle ripetute riunioni del Comitato per la stabilità finanziaria, l’organismo che vede riuniti il ministro dell’Economia e i principali «vigilanti»: Banca d’Italia, Consob, Isvap. Il Comitato potrebbe riunirsi ancora nei prossimi giorni in vista dell’ormai imminente varo definitivo dei «Tremonti bond» per la ricapitalizzazione delle banche. Nel frattempo lo scenario non appare mutato. E infatti, ancora ieri nel suo intervento milanese, il governatore ha parlato di banche italiane «in condizioni migliori rispetto ai maggiori intermediari internazionali». Quanto ai bond, Tremonti è lieto delle parole di apprezzamento e interesse venute dai banchieri, e ricorda che saranno le banche a presentarsi autonomamente al Tesoro per le loro necessità. «I bond - precisa tuttavia - sono fatti per sostenere le imprese. I governi devono intervenire di più, e più pesantemente, sulle banche per creare fiducia dove ce n’è bisogno».
Soddisfatto dal via libera della Commissione europea ai «T-bond», il ministro dell’Economia si presenta ai giornalisti insieme con il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, in una pausa del convegno Aspen dedicato al Capitalismo sostenibile. Ed ai cronisti che gli riportano l’allarme di Mario Draghi sul cattivo andamento dell’occupazione, Tremonti risponde così: «Non ho letto le parole del governatore. Posso però dire che il governo ha affrontato e gestito per tempo questo fenomeno. Vorrei ricordare - aggiunge - l’accordo molto importante raggiunto con le Regioni sugli ammortizzatori sociali. Noi avevamo previsto la questione per tempo, e l’abbiamo gestita, credo, nel modo migliore». Il ministro ritorna anche sulla questione del Tfr da trattenere nelle aziende, sollevata qualche giorno fa dal presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, e lo fa per confermare le proprie perplessità: «Il Tfr - spiega - è risparmio differito dei lavoratori, e non lo si deve esporre a rischi. Possibile - aggiunge - che sia il governo Berlusconi a difendere i lavoratori, mentre la sinistra sta dall’altra parte»?
Oltre alla profonda modifica delle regole contabili che hanno condotto alla crisi, Tremonti non si stanca infine di sostenere l’emissione di bond europei per sostenere l’economia. «Non farlo - ribadisce - è suicida». E in questi obiettivi ottiene l’appoggio del managing director del Fmi. «Non si vede perché un grande player come l’Unione europea non debba emettere bond - dice Strauss-Kahn - purché abbia le risorse speciali per ripagare i sottoscrittori.

Quella di Tremonti è un’iniziativa da sostenere».

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