Treni, parte il nuovo orario e arriva il caos

Trenitalia promette: «Serve solo un assestamento»

Eleonora Barbieri

da Milano

È entrato in vigore da pochi giorni, ma il nuovo orario di Trenitalia è già sotto accusa. Battezzato dallo sciopero di lunedì, che ha ingigantito disagi, il nuovo piano sembra lasciare insoddisfatti molti pendolari, soprattutto in Lombardia.
La strategia delle Ferrovie, che ha ispirato le nuove tabelle orarie, è semplice: tragitti più brevi, treni più puntuali. Non solo: per agevolare i collegamenti veloci, su alcune linee particolarmente irregolari è stato aumentato il numero degli Intercity, ad esempio lungo le tratte Milano-Genova, La Spezia-Livorno, Torino-Genova e Milano-Bologna, mentre il percorso degli Interregionali è stato accorciato. Una serie di convenzioni garantisce ai pendolari che viaggiano con l’abbonamento di non pagare il supplemento, o di pagare soltanto la prenotazione, quando è obbligatoria.
I disagi però, in questi primi giorni, non sono mancati, soprattutto lungo la tratta fra il capoluogo lombardo e Pavia, Voghera e Mortara; situazione al limite sulla Milano-Genova, lamentele e problemi anche per la Milano-Bologna. Ieri, lungo la Milano-Brescia, alle 7 del mattino un treno è stato soppresso: stipati come sardine ed esasperati, i pendolari hanno messo in atto una vera e propria protesta. Guasti, ritardi e cancellazioni dell’ultimo minuto hanno spinto la Regione Lombardia a chiedere spiegazioni ai vertici delle Ferrovie, che si sono impegnati in un nuovo piano d’azione, da verificare settimanalmente. «Il nuovo orario non ha fatto altro che creare ulteriori difficoltà alle migliaia di viaggiatori che ogni giorno prendono i treni in Lombardia - ha sottolineato ieri il capogruppo di Alleanza nazionale in Regione, Roberto Alboni -. Purtroppo, la Giunta lombarda avrebbe preferito rinviare il progetto, ma è stata costretta a dire sì perché Emilia Romagna, Liguria e Piemonte avevano già firmato. Così ora a pagare le conseguenze dell’abolizione di molti interregionali sono, come sempre, i viaggiatori».
«Il problema vero è l’inaffidabilità del viaggio: uno non sa mai se arriverà a destinazione - ci spiega Giuseppe Citterio, del Comitato pendolari di Bergamo -. Magari si parte anche in orario ma, poi, il treno si ferma, oppure il convoglio davanti si guasta, insomma, il servizio è del tutto irregolare». Disagi anche lungo la Milano-Genova: «Da quindici giorni, in Liguria sta succedendo di tutto - ci racconta Enrico Pallavicini, rappresentante dei pendolari fra il capoluogo ligure e quello lombardo -: a causa della protesta dei macchinisti contro le locomotive col sistema “Vacma”, numerosi convogli vengono soppressi all’ultimo momento e gli Intercity sono costretti a fare più fermate per far fronte alle esigenze di tutti; gli Interregionali, con il nuovo orario, impiegano mezz’ora in più e terminano a Genova (senza proseguire per Ventimiglia) e così, ogni giorno, almeno mille persone devono affrontare un vero e proprio viaggio, per un tragitto non certo impossibile».


Proteste e disagi anche nel Lazio: ieri mattina alla stazione di Pomezia Santa Palomba, lungo la Roma-Nettuno, i viaggiatori, stanchi dell’ennesimo ritardo, all’arrivo di un convoglio sovraccarico hanno occupato i binari, bloccando la circolazione per circa venti minuti: «È un percorso da girone infernale - hanno spiegato - con finestrini chiusi e l’aria resa irrespirabile dalla presenza di centinaia di “dannati”». Per Trenitalia è una questione di «assestamento»: per i pendolari, di «civiltà».

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