Il campo sportivo e le strutture attigue sono insufficienti, ma il Comune chiede più soldi.
Se non è guerra tra il comune di Bogliasco e la Sampdoria, poco ci manca. Motivo della disputa: il canone di concessione del campo da calcio. Una concessione che risale ai primi anni novanta e che scade nel 2022.
Al momento della stipula dell'accordo che ha portato la squadra blucerchiata ad allenarsi su uno dei più bei belvederi del Golfo Paradiso, la società sportiva aveva anticipato circa due miliardi delle vecchie lire al comune bogliaschino. Una cifra che doveva corrispondere all'intero periodo.
Trent'anni di canone pagati in anticipo che sono serviti al Comune per realizzare l'istituto scolastico che ospita gli alunni della scuola media. Una cifra che allora era stata considerata congrua.
Ma che allo stato attuale «corrisponde all'affitto di un appartamentino», spiega l'ex sindaco Adelio Peruzzi che durante il consiglio comunale di giovedì sera non ha risparmiato critiche all'amministrazione di sinistra responsabile dell'accordo e guidata al tempo dal pittore Raimondo Sirotti: «grazie a loro il comune di Bogliasco non prende una lira neanche dalla pubblicità».
Mentre il sindaco Luca Pastorino (Pd) si è rivolto direttamente all'Agenzia del Territorio per far valutare la concessione. Il risultato è che secondo l'attuale valore del terreno, la Sampdoria dovrebbe versare nelle casse del Comune tra i sessanta e i settantamila euro all'anno.
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