Il Treviso fa tremare Capello e la Juventus Del Piero da record

I veneti passano con Parravicini e si arrendono a Mutu, Trezeguet e al capitano che sta per diventare il miglior cannoniere bianconero

Riccardo Signori

nostro inviato a Torino

Solita Juve, indistruttibile e sbrigativa: nemmeno dieci minuti per capovolgere la partita e chiuderla. Il tanto per cominciare a ripensare ai propri records, alle tabelle da Guinness, agli equilibri di panchina e spogliatoio. Stavolta il capolavoro è stato totale: Trezeguet segna eppoi lascia l’ultimo quarto d’ora di gloria a Del Piero. Fra i due abbraccino di prammatica, senza troppo calore dopo le ultime smorfie del francese. Saluto da uomini, dirà Capello come fosse un francese impettito che ascolta la Marsigliese. Eppoi anche l’altro realizza il tanto suo: gol e punizione che vale un brivido da incrocio dei pali. E la pax interiore e interna è realizzata.
Basterebbe questo per chiudere il conto della partita, se non ci fosse un «prima» che racconta copioni già visti, vissuti e digeriti. Qualche affanno bianconero all’inizio della partita, il Treviso che meglio di tante altre squadre ha intuito le debolezze bianconere (attaccare sulle fasce perchè i terzini laterali vanno presto in sofferenza) e segna. Cottafava sbuca con la testolona nel mezzo della difesa bianconera ed è uno squillo d’allarme. Galeoto manda in sbandata Cannavaro e allunga palla al limite d’area: Parravicini ci arriva, fa partire il missile ed è uno dei sette gol subiti dalla Juve in questo campionato.
Il numero misero delle reti subite, abbinato alla bella messe di quelle segnate (29 con ieri) dice quanto sia difficile farla franca, almeno in Italia, contro la squadra di Capello. Segnare è già operazione complicata, vincere quasi impossibile (12 vittorie su 13 partite), dunque dopo 25 minuti c’era da gridare al miracolo. Grido che si è presto strozzato in tutte le gole che non tifino bianconero perchè, da quel momento, è ricomparsa la squadra trazione Ibra, lo svedesone devastante che quando si accende fa rimpiangere ad ogni difensore di essere della partita. Anche ieri, quando Ibrahimovic ha cominciato ad aumentare i giri del motore, non senza lasciarsi andare ai nervosismi da ragazzino viziato (per esempio, palla in testa all’avversario sulla rimessa laterale), la Juve ha cominciato a volar alto, il gioco ha preso forma e sostanza e la Signora nel giro di sei minuti ha chiuso la partita. Spettacolare l’affondo di Ibra che ha messo palla al centro per l’accorrere di Mutu ed è 1-1. E così pure un tacco in area a servire Emerson che non ha chiuso in gol. Oppure un’ubriacante giocata a innescare ancora Mutu (tiro alto). E infine il passaggio-replica dello svedese, stavolta per Del Piero e per la terza rete della partita.
Nel mezzo l’esecuzione di Trezeguet. Zampata fra i pasticci difensivi del Treviso ed è il 2-1 che toglie al match quel pizzico di suspense. E fa tornare tutti nel dubbio: ma è la Juve che rende ogni cosa facile o sono gli avversari così deboli? Di tutto un po’, ma se il Treviso ha messo l’impegno della classe operaia, la Juve ha dimostrato che la classe non ha confini. Mutu si è divertito ed ha fatto divertire e così pure Ibrahimovic, Del Piero, Emerson, Trezeguet, un po’ meno Chiellini e Zambrotta, faticatori e poco più come del resto Blasi.
Ma poi ci sono i numeri che raccontano storie più concrete di quanto dica la loro freddezza. La Juve segna gol da diciotto partite di fila, Trezeguet ha realizzato la rete numero 110 della sua serie, ma è andato a segno otto volte negli ultimi sette incontri: media da robot. E Del Piero ormai è a un passo da Boniperti: due reti ed è arrivato.

Eppoi c’è quella faccenda da sbrigare con Trezeguet, al di là degli abbracci da uomini e della parole di facciata. Ieri è stato match pari, anzi Del Piero ha dalla sua i pochi minuti giocati e la traversa colpita. E la Juve gode. E ne gode.

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