Cronaca locale

Triboniano, ruspe in azione contro chi sgarra

Il piano di alleggerimento dei campi nomadi regolari è partito ieri mattina con uno sgombero nell’accampamento di via Triboniano. Una benna ha fatto a pezzi una veranda e due pick up hanno portato via altrettante roulotte appartenenti ad alcune famiglie di nazionalità romena che non hanno rispettato il regolamento comunale. Una linea dura che segna la svolta nei rapporti tra l’amministrazione e chi è insediato a Triboniano. «D’ora in poi i campi regolari dovranno essere considerati come dei condomini, dove ciascun inquilino ha una sua abitazione dalla quale non si può spostare di un millimetro. E chi non si regolerà di conseguenza se ne dovrà andare», sintetizza Liliana Mauri, commissario aggiunto del Suos-Nucleo Problemi Territorio della Polizia municipale, che ha condotto l’operazione cui hanno partecipato anche i mezzi dell’Amsa e la Protezione civile. Per la prima volta da ieri gli sgomberi coinvolgono anche chi vive negli accampamenti regolari. «L’obiettivo sarà lo smantellamento e la riqualificazione dei campi nomadi autorizzati - spiega Mauri -. I vigili intensificheranno i controlli e verificheranno che sia rispettato il regolamento. Chi sgarrerà sarà allontanato». Con la Polizia municipale che, in ogni caso, osserverà una procedura rigorosa. «Dopo aver eseguito i controlli, gli agenti segnaleranno chi ha violato il regolamento al Comitato di gestione dei campi - prosegue il commissario dei vigili -. Dopo la notifica, i diretti interessati avranno 48 ore per fare ricorso, poi riceveremo il mandato di allontanarli. E si dovranno trovare un alloggio a loro spese».
Il risultato sarà ridurre sempre di più le dimensioni di Triboniano, in vista di un drastico ridimensionamento e una fine già scritta. Lì sarà creato uno svincolo per collegare cascina Merlata alla sede Expo, i cantieri apriranno nel 2011 quindi già il prossimo anno i rom presenti dovranno andarsene. Si parla di 642 persone di cui 590 appartenenti a 3 clan di nazionalità romena, suddivisi in 108 famiglie, e 52 bosniaci. Anche se i diretti interessati non sembrano esserne consapevoli. «Costruiteci una bella piscina in mezzo al campo, qua può andare bene - uno di loro prende in giro i vigili al lavoro per demolire alcune baracche -.
Quando la finirete di rompere le scatole agli zingari di tutta Italia? Perché invece non mi trovate un bel lavoro?». Mentre altri nomadi sfrecciano in mercedes a tutta velocità, sgasando lungo via Barzaghi come se fosse una pista dell’autodromo di Monza. Nel campo intanto bivaccano gli anziani mentre i bambini guardano curiosi gli uomini dell’Amsa al lavoro. Molti di loro vanno a scuola, anche se è solo perché lo scuolabus passa di qui ogni mattina, con il responsabile dei servizi sociali che deve prenderli per mano uno per uno. La benna prova a caricare un’intera roulotte nel cassone dei rifiuti, ma il veicolo rischia di spezzarsi e dunque occorre legarlo al furgone della Protezione civile e trainarlo a passo d’uomo fino all’area polifunzionale. Intanto gli uomini dell’Amsa stanno raccogliendo i rifiuti sparpagliati in un angolo del campo, lasciati neanche a farlo apposta tutti intorno al container per la raccolta della spazzatura. Nell’arco di due ore ammassano ben 12,8 tonnellate di materiale, impegnando un caposquadra, un autista e un operatore. Chi ha una tale quantità di oggetti da gettare nei rifiuti difficilmente è una persona povera.
«Quel rom che si lamentava - rivela infatti il commissario Mauri - fino a poco tempo fa aveva un lavoro, che ha deciso di abbandonare all’improvviso. I suoi figli hanno un’occupazione, in Romania hanno diverse case, ma per vivere accampati a Triboniano non serve pagare l’affitto e dunque preferisce stare qui». Non è l’unico caso di questo tipo: «Molti di loro hanno un’occupazione in nero, spesso come muratori, e non devono spendere molto per vivere qui. Il risultato è che sono pieni di soldi e mandano rimesse molto ricche nel loro Paese d’origine, la Romania».

Lo conferma anche uno dei nomadi: «In tanti qui hanno dieci frigoriferi - dice con un’iperbole -, l’ultimo modello di aria condizionata e la tv satellitare, e non pagano una lira».

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