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«Troppe mostre sconosciute si deve investire sulla pubblicità»

Sgarbi: «L’aiuto degli sponsor non basta». Palazzo Reale aperto anche il lunedì

I ritardatari hanno ancora tempo per ammirare le mostre di Tamara de Lempicka e Umberto Boccioni. Il Comune, oltre a dare la buona notizia che d’ora in poi Palazzo Reale, rinunciando alla giornata di chiusura settimanale, resterà aperto pure il lunedì pomeriggio (dalle 14.30 alle 19.30) ha annunciato che la rassegna dedicata alla grande artista polacca proseguirà fino al 18 febbraio e quella dedicata al «pittore scultore futurista» che ieri avrebbe dovuto chiudere i battenti è stata prorogata fino al 25 febbraio. Una scelta suggerita all’assessore Vittorio Sgarbi dal collega al Turismo Massimiliano Orsatti, che ha organizzato l’edizione 2007 del Carnevale ambrosiano proprio sul tema del futurismo e dunque, spiega, «sarebbe stato un peccato che i visitatori in quei giorni non potessero ammirare le opere di un grande interprete». La scelta di «allungare» anche quella di Tamara de Lempicka, già visitata da 110mila persone, è andata da sé. E dato che da oggi si potranno visitare entrambe con un unico biglietto di 14 euro, dovrebbe avere un effetto-traino sulla rassegna dedicata a Boccioni, ferma ancora a 60mila. «Il problema - sostiene Sgarbi - è che la promozione delle mostre in città è troppo debole, continuo a ripeterlo. Dove la comunicazione funziona, come nel caso della de Lempicka, i risultati si vedono. Ma già dobbiamo affidarci agli sponsor per realizzare le esposizioni, non possiamo imporre loro anche di aumentare gli investimenti per la pubblicità». Il problema è che «mancano i fondi per la promozione». Nel giro di incontri che il sindaco Letizia Moratti sta tenendo con gli assessori per far quadrare i conti del bilancio 2007 con i tagli della Finanziaria, Sgarbi ha «“difeso” 1,5 milioni di euro per l’assessorato alla Cultura, ma sarebbero appena sufficienti per organizzare una mostra. Fortunatamente Milano non ha problemi a trovare gli sponsor, quindi si riescono a realizzare gli eventi. Ma il Comune dovrebbe destinare almeno 3-4 milioni alla promozione dell’arte e della cultura». L’assessore insiste affinché il sindaco «ne faccia uno strumento anche per promuovere Milano all’estero, in vista della battaglia per l’Expo 2015: il logo potrebbe essere messo a fianco delle mostre». Oggi gli sponsor recuperano la spesa per la promozione delle mostre con una parte dei guadagni derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso, «questo consente al Comune di fare le rassegne, ma non di guadagnarci. E laddove la comunicazione è debole, non possiamo imporre ai privati di spendere di più». Se Palazzo Marino investisse sulla pubblicizzazione degli eventi, in sintesi, il messaggio sarebbe più forte, i visitatori più numerosi, e il «ritorno» dai biglietti d’ingresso più consistente anche per le casse del Comune.


Mentre le mostre su Andrea Mantegna, divise tra Mantova, Padova e Verona, hanno quasi raggiunto il tetto di 900mila visitatori e «grazie alla proroga di due settimane toccheremo il cielo del milione», afferma Sgarbi, tra settembre e fine anno verrà organizzata una mostra che vada dal Mantegna al Bramantino: in città sarà divisa tra Castello Sforzesco e Brera e visitabile con un unico biglietto, ma «coinvolgerà anche Pavia, Bergamo e Cremona: un grande evento lombardo».

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