Pubblichiamo ampi stralci del commento di Massimo Fini (nella foto) uscito sul Fatto Quotidiano di ieri. Il giornalista si scaglia contro le misure per la tracciabilità, che finisce per penalizzare i cittadini «schedati» e favorire le banche. Un ulteriore sostegno, nel mezzo della crisi, a quei soggetti che la crisi hanno contributo a creare, con i mutui subprime e i derivati.
Fra le «impressionanti» misure che il governo dei banchieri si accinge a prendere viene ventilata quella di togliere di mezzo il biglietto da 500 euro o (...) di mettere una tassa, operata dalle banche per conto dello Stato, sul deposito o sul prelievo di monete di questo taglio. In un pacchetto di sigarette ci stanno 20mila euro,in una ventiquattr’ore 6 milioni. Si vuole quindi far la lotta agli evasori, ai corruttori, ai riciclatori che si servono di questi tagli. Gli obiettivi sono nobilissimi, le vere ragioni di questo provvedimento un po’ meno.
Negli ultimi mesi molti piccoli risparmiatori, temendo un crollo delle banche, hanno prelevato tutto il possibile dai conti correnti (...). Naturalmente questi prelievi sono avvenuti con banconote da 500, per poterli nascondere agli occhi dei ladri.
Adesso, con questa misura, il governo dei banchieri vuole impedire ai risparmiatori (...) di ritirarvi il loro denaro e imporre a quelli che lo hanno già fatto di rimettercelo. Devono rimanere ostaggio delle banche. Nella stessa direzione va la misura, molto apprezzata dalla sinistra, che vuole rendere «tracciabile » ogni pagamento al di sopra dei 300 euro o addirittura (...) qualsiasi pagamento in contanti. (...) Se poi ogni pagamento in contanti, di qualsiasi entità, dovesse essere tassato le banconote sparirebbero dalla circolazione, perché nessuno (...) le accetterebbe.
Saremmo obbligati a tenere tutto il nostro denaro in banca. Ma le banche sono delle società private e lo Stato non può obbligarmi a tenervi il mio denaro. (...) Lo Stato nasce, oltre che per amministrare giustizia, per battere moneta. Se non ha fiducia nella propria moneta non è più uno Stato. Se uno Stato non è capace di contrastare l’evasione, la corruzione, il riciclaggio senza far pagare un pesante pedaggio ai cittadini che non sono né evasori, né corruttori, né riciclatori di denaro sporco, non è più uno Sta- to. Rovesciamolo assieme alle sue classi dirigenti, politiche ed economiche, che ci hanno portato a questo punto e ricominciamo da capo. Infine non è possibile che lo Stato si intrufoli attraverso la cosiddetta «tracciabilità» nella mia vita privata fino a conoscere, nel dettaglio, i miei acquisti, le mie predilezioni, i miei gusti, i miei vizi. Milena Gabanelli sostiene che «la gente comune non ha necessità di più di una cinquantina di euro alla settimana ». Ma dove vive, in un monastero? Una buona bottiglia di vino e un pacchetto di sigarette fan già 15 euro al giorno. Il moralismo della sinistra è insopportabile.
E ora capisco perché tanti, senza per questo essere dei lestofanti, votavano Berlusconi. Perché Berlusconi difendendo la sua libertà criminaloide difendeva anche, per estensione, la libertà di tutti dallo strapotere dello Stato. Aridatece subito il Cainano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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