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Troppi passeggeri in partenza Fiumicino in tilt per l’overbooking

Vengo anch’io, no tu no. Il ritornello della celebre canzone di Jannacci è perfetta come colonna sonora della giornata di ieri all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Tutti hanno voglia di mare, mete esotiche o semplici rifugi per la vacanza. Magari i portafogli sono più vuoti di un tempo, ma se c’è da partire, chissà come mai, il denaro lo si trova sempre. Risultato? Organizzare l’afflusso di viaggiatori è sempre più complesso. E c’è il rischio che qualcuno si ritrovi bloccato a terra.
Lo scalo è stracolmo, i voli sono pieni e il fantasma dell’overbooking (la famigerata eccedenza di prenotazioni per lo stesso imbarco) aleggia su ogni turista in fila per il check in. Per un centinaio di loro, quasi tutti passeggeri di Alitalia, l’incubo diventa realtà: l’aereo non ha più un posto libero, non si parte. Pazienza se mani arrabbiate sventolano prenotazioni fatte due, tre mesi prima. Per ora si rimane a terra, poi si vedrà.
«Dovevamo partire con il volo Alitalia delle 10 e 15 per Istanbul - raccontano Giulia Ausili e Filippo Valle, avvocati di Roma -. Ci attendeva una settimana di vacanza. Ma arrivati al check in due ore prima ci hanno riferito che l’aereo era già pieno e non c’erano più posti disponibili. Siamo andati a protestare anche in polizia, nulla da fare. Ora siamo in fila davanti alle biglietterie senza nessun tipo di assistenza, in attesa di sapere se potremo ottenere i rimborsi previsti in questi casi». Va peggio a un gruppo di sei persone, tra cui due bambini, che avrebbe dovuto imbarcarsi per Boston alle 10 del mattino. «Dopo un’interminabile fila al check in ci hanno detto che il volo era pieno - racconta Daniela Saba, mentre si sorregge sul carrello colmo di valigie -. Pensare che avevamo prenotato i biglietti con due mesi di anticipo. Ora ci dicono che dobbiamo aspettare un giorno per poter imbarcarci per New York e da lì prendere un altro aereo per Boston. Una storia infinita».
Nel weekend dell’esodo certi imprevisti sono quasi la norma. Almeno a sentire le parole dei vertici della compagnia di bandiera. «Non c’è nessun allarme. Tutti i passeggeri saranno riprotetti su mezzi della nostra compagnia o di altre entro 24 ore, così come prevedono gli accordi internazionali». Intanto i manager di Alitalia sono costretti a improvvisarsi uomini di fatica, dopo aver riposto la giacca e sbottonato la camicia, per mantenere adeguato anche il semplice servizio di manovalanza. Bisogna reggere il peso di un’affluenza addirittura oltre le aspettative, d’altronde. Si fa di necessità virtù.
Nella sola giornata di ieri i viaggiatori transitati nello scalo romano sono stati 125mila. Se ci aggiungiamo i numeri registrati venerdì e sabato, si arriva a quota 370mila. Persino più della somma dei passeggeri in partenza o arrivati a Malpensa e Linate. Qualche disagio si è verificato pure nel secondo scalo italiano, dove duecento turisti diretti a Marsa Alam hanno aspettato ore prima di imbarcarsi sul volo diretto in Egitto. La disavventura non è ancora finita, invece, per 150 passeggeri diretti a Sharm el Sheikh da Cagliari con un volo della compagnia egiziana Amc Airlines. A causa di un guasto tecnico, il loro aereo ha dovuto fare dietrofront mentre sorvolava la Sicilia.

Così potranno raggiungere le spiagge africane soltanto oggi.

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