Cultura e Spettacoli

Troppo solo Will Smith nel deserto

Vacilla il protagonista di «Io sono leggenda» nella New York desolata del 2012

Dei tre film tratti da I vampiri di Richard Matheson (1954), Io sono leggenda di Francis Lawrence è il maggior investimento e sarà il maggior incasso, ma non è la miglior riuscita estetica.
Gli effetti speciali fanno saltare i cervi di Central Park - nella deserta New York dell'estate 2012 - come velociraptor nei Jurassic Park; i «vampiri» - mutanti affetti da una sorta di rabbia, aggressivi e fotofobici ma non impudici (hanno sempre almeno le mutande) - sono scattanti come gli ultimi zombi.
Poi ci sono le incoerenze: che stipendio avrà un medico militare (Will Smith) per possedere un'intera palazzina di tre piani, più cantina-laboratorio, in Washington Square? E dopo il contagio del Natale 2007 - indotto dal virus del morbillo, modificato dalla biologa Emma Thompson in funzione anticancro -, dove trova il Nostro l'energia elettrica? E perché i ponti di una New York da isolare sono colpiti dal cielo, come fossero quelli dell'Irak e della Serbia, e non minati?
Attore per caso, Smith regge bene nei film dove ha intorno chi gli porge la battuta. Ma in Io sono leggenda quasi sempre recita solo e così mostra i suoi limiti; il confronto con i protagonisti degli archetipi - Vincent Price de L'ultimo uomo della Terra di Sydney Salkow e Charlton Heston di 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal - gli nuoce.


Ma anche lo spettatore ignaro degli antedecenti di Io sono leggenda noterà che qui responsabile del contagio, contagiati e militari ottusi sono bianchi; non lo è chi il contagio combatte, come Will Smith e la brasiliana Alice Braga, esule approdata a New York da San Paolo per discutere di fede!

IO SONO LEGGENDA di Francis Lawrence (Usa, 2007), con Will Smith, Alice Braga. 100 minuti

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