Truccatore realizza il sogno di un bambino e gli insegna a truccarsi da drag queen

Sta facendo molto discutere una foto diventata virale sui social network e che ritrae Joey Killmeyer, famoso truccatore della Florida, accanto ad un bambino di 8 anni, al quale ha insegnato truccarsi da drag queen.

Scrive il make-up artist su Facebook: "Questo è Ethan, lui ha 8 anni. Voleva imparare a truccarsi come una drag queen. Sua madre lo supporta e gli sta lasciando scoprire chi è. Ho truccato un lato del suo volto e lui ha fatto l’altro. È stato bravissimo. Lui è un ragazzo di grande talento. E credo che sarà un grande artista nella vita. La giornata di oggi mi ha mostrato che il mondo sta cambiando da quando io avevo la sua età e che c’è speranza per i bambini che sono diversi".

Da quanto si apprende, il bambino aveva espresso alla propria madre il desiderio di imparare a truccarsi e lei lo ha assec

ondato in maniera incondizionata. La foto, dopo essere stata condivisa pubblicamente in migliaia di bacheche sui social, ha scatenato un putiferio tra chi accusa la mamma di non saper educare il figlio e chi invece è per una totale libertà di espressione.

Secondo molti infatti, non si dovrebbe permettere ai propri figli di fare qualsiasi cosa, men che meno se si tratta di imparare a truccarsi da drag queen. Altri, invece, hanno difeso la sensibilità della madre, che ha assecondato il volere del figlio.

La madre, intervistata dalla stampa americana, ci ha tenuto a specificare che "i bambini hanno bisogno di essere amati incondizionatamente, nutriti e incoraggiati per scoprire se stessi, i loro talenti e le loro vere passioni. I genitori devono supportare i figli, costruendo la loro fiducia".

Poi la signora è partita all'attacco delle convenzioni sociali: "La società ha bisogno di prendere le distanze dagli stereotipi sulle identità di genere e accettare che un bambino voglia truccarsi", sottolieando che

"questo non definisce la sua identità sessuale. Sta solo esplorando. La chiusura mentale su queste questioni non è solo dannoso per in nostri figli, ma inibisce anche la loro libertà di espressione".