Il trucco del campo nomadi di Castel Romano

I vigili urbani stanno controllando la consegna delle nuove unità abitative

Daniele Petraroli

Rischia seriamente di diventare permanente il campo nomadi di Castel Romano. Da qualche giorno, infatti, sono in corso le operazioni di assegnazione dei nuovi moduli abitativi (un centinaio circa) ai rom e venerdì è cominciato il trasferimento dei vecchi container. Quello che doveva essere un campo di accoglienza momentaneo sta mettendo quindi radici sempre più salde dentro l’area protetta sulla via Pontina.
Ma ripercorriamo le tappe della vicenda. La storia di questo campo comincia nel settembre dell’anno scorso quando i 700 zingari di vicolo Savini, il più grande di Roma e tra i più grandi dell’intera Europa, furono portati a Castel Romano all’interno del parco regionale di Decima-Malafede. Trasferimento, comunicò all’epoca il Comune, temporaneo, motivato dall’urgenza della situazione. In particolare dalle pessime condizioni igieniche dell’area vicino a viale Marconi. «Al massimo per tre mesi», facevano sapere dal Campidoglio alle domande del municipio XII, governato all’epoca al centrodestra che lamentava di non essere stato avvertito. I tre mesi si sono allungati a dismisura. La tendopoli originaria si è trasformata in un vero e proprio villaggio e dal Natale come ultima scadenza, la Regione Lazio autorizzò la permanenza fino al giugno successivo. Questo nonostante, lo ripetiamo, si trattasse di un’area sottoposta a stretti vincoli ambientali. La motivazione? L’impossibilità di effettuare un nuovo trasloco dei settecento rom e delle loro roulotte in pieno inverno.
A giugno poi la nuova sorpresa. Altri sei mesi di permesso. Tutto rimandato alla fine dell’anno quindi. Il fatto è che più passa il tempo e più il campo di Castel Romano sembra difficile da spostare in un altro luogo. Prima la linea di bus messa a disposizione dal Comune per collegare l’insediamento con l’Eur (teoricamente per permettere ai piccoli rom di frequentare le scuole dell’XI municipio) e adesso il cambio di container. Intanto il gruppo consiliare di Alleanza nazionale in XII municipio per cercare di fare chiarezza ha richiesto un consiglio straordinario sul campo di Castel Romano che però, causa pausa estiva, si terrà solamente a settembre. «Siamo sempre gli ultimi a sapere cosa accadrà sul nostro territorio - lamenta Andrea De Priamo capogruppo di An - intanto dobbiamo registrare che purtroppo la criminalità nella zona di Trigoria è aumentata da un anno a questa parte».
Per quanto riguarda la scolarizzazione dei bambini rom, infine, i consiglieri capitolini di An Fabio Sabbatani Schiuma, Marco Visconti e Luca Gramazio chiedono venga abolita. «Bisognerebbe stornare i fondi destinati alla scolarizzazione, quasi 6 milioni di euro per il triennio 2005-2008, per la messa a norma delle scuole romane e la manutenzione delle case popolari - spiegano - Sarebbero certo soldi spesi bene rispetto a una scolarizzazione fallimentare che a fronte di ingenti costi per il Comune non trova corrispondenza nei risultati».

Per questo An ha presentato degli emendamenti all’assestamento di bilancio. «Non ci dicono nemmeno quanti nomadi abbiano frequentato e concluso positivamente la scolarizzazione, né quanti lo frequenteranno il prossimo anno».

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