Un bel libro ripercorre Lequilibrio internazionale dallantichità a oggi con otto saggi su problemi geopolitici, curati da C. Bearzot, F. Landucci e G. Zecchini (Vita e pensiero, pagg. 212, euro 18). Gli autori hanno saputo sintetizzare problemi che spesso richiedono intere enciclopedie: dal rapporto tra ellenismo, Roma e Cartagine (J.-L. Ferrary e G. Brizzi) al confronto tra papato e impero medievali (M. P. Alberzoni), dalla balance of power del Sei-Settecento allOttocento degli stati nazionali (C. Cremonini ed E. Pagano) allo «scontro di civiltà» del nostro tempo (L. Valent). Il risultato è una sintesi utile a molti, anche perché non si rinuncia alla giusta dose di complessità: dalla nettezza del linguaggio al dibattito sui nodi interpretativi più discussi alla proposta di griglie interpretative che rinviano ad approfondimenti.
Sul piano del tempo presente spiccano i contributi di M. Moggi e G. Zecchini, anche se dedicati a una storia tramontata: quella dei rapporti tra Grecia e Oriente e tra Roma e mondo iranico. Moggi ripercorre la dialettica antica tra retorica del panellenismo e cruda realtà del particolarismo delle poleis, le città stato che cercano di piegare quella retorica alla propria potenza. Insomma la storia geopolitica greca è riletta attraverso la lente focale del ruolo della forza affermato da Tucidide, per il quale Agamennone aveva potuto riunire a Troia lesercito «panellenico» perché era il più forte, non perché aveva raccolto gli spasimanti della bella Elena. Anche lo scontro con il gigante persiano viene riletto in chiave di «cobelligeranza a tempo e ad hoc» e non di una teorica symmachia, cioè unalleanza ideale. Lunità di intenti e azione contro il nemico «comune» è dunque frutto dellemergenza e non della pace culturale, politica e religiosa, come dimostra lo stesso ruolo dei santuari pur dotati di natura «spiccatamente panellenica». Perché è vero che essi furono pacificatori, ma anche motori di conflitti e guerre sacre, senza contare latteggiamento filopersiano oliato a dovere con dracme e terra. Riflessioni utili pure per gli europei di oggi.
Lincidenza del timore e della forza nella costituzione dellequilibrio si ritrova nei rapporti tra Roma e mondo iranico riletti da Zecchini. Sette secoli (dal I a. C. al VII d. C.) di patti e battaglie dove la pace è soprattutto figlia della guerra e della sua «sazietà». Anche perché lequilibrio pratico si fondava su uno squilibrio teorico netto: ovvero linferiorità della monarchia partica rispetto allimpero romano, sudditanza sostanziale che solo la divisione dellimpero in due metà riequilibrò, ma ovviamente per arma. Giacché i sassanidi eredi dei parti poterono sperare di vincere quella asimmetria di fondo solo lottando senza quartiere e grazie alla legittimazione che viene dalla vittoria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.