da Berlino
Il dramma nasce a sinistra e si appiana a destra. Almeno sullo schermo della Berlinale, dove ieri si e visto in concorso In Love We Trust («Crediamo nell'amore») del cinese Wang Xiaoshuai. Le scritte «sinistra» e «destra» compaiono a inizio e a metà film, seguite dal cambiamento di registro e ubicazione scenica dei personaggi. Una donna (Liu Weiwei) in seconde nozze è scossa dalla leucemia della figlia avuta col primo marito (Lao Xie). Tre anni sono il massimo, se non viene trapiantato un midollo compatibile. Non lo è quello dei genitori, ma forse lo sarebbe quello di un fratello. Che però non c'è e che la madre deve procreare col vero papà della bimba... Il dramma passa così ai nuovi rispettivi coniugi, costretti al tradimento e disarmati dal motivo. Quel bimbo sarà salvezza e dolore al contempo.
Il film è stato lungamente applaudito dalla stampa per l'insolita sceneggiatura. E il passo dal tradimento per sacrificio alla pura scappatella è breve alla Berlinale, dopo l'altro in concorso Black Ice di Petri Kotwa, dalla Finlandia.
Turba il dramma cinese, delude la commedia finlandese
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