(...) Il dibattito sul crocifisso è arrivato, inevitabilmente anche in consiglio comunale a Genova, dove ha assunto toni non troppo leggeri.
Nel suo intervento il consigliere comunale Bruno Delpino, Sinistra e Libertà, di è riferito al presidente del consiglio con gli appellativi di «Piduista e puttaniere». Per poi giustificarsi velocemente, subito dopo essersi reso conto di aver acceso la «miccia» in un'aula Rossa che stava per esplodere: «Stavo leggendo un articolo apparso sulla stampa». Il consiglio comunale viene sospeso per alcuni minuti. «È un fatto gravissimo - tuona Raffaella Della Bianca, capogruppo Pdl -, non possiamo dichiararci contro la violenza negli stadi, quando violenze, anche se verbali, avvengono proprio qui, in un'aula istituzionale, sotto i nostri occhi».
È poi la volta di Marta Vincenzi, che sorvola sulla querelle. «Stiamo facendo un dibattito fasullo - dice il sindaco - non si tratta di togliere o meno il crocifisso, si tratta di essere al passo con i tempi e riconoscere che quelle regole derivano da un passato fascista. Ma dal 45 a oggi sono cambiate molte cose, non possiamo che prenderne atto. Nelle scuole comunali non è obbligatorio, è una scelta ragionata del consiglio di istituto, a cui partecipano, negli istituti superiori anche i ragazzi».
Ma il rispetto del crocifisso negli spazi pubblici, è stato chiesto sia da destra che da sinistra. «Se non ci deve scandalizzare un minareto - chiede provocatoriamente Stefano Balleari, Pdl - perché dovrebbe scandalizzare un simbolo cristiano?». «È un simbolo di pace che non offende nessuno - replica dagli scranni dell'Idv, Franco De Benedictis - non deve essere ridotto a un problema politico».
Presenti tra il pubblico, alcuni rappresentati del comitato centro est. Che hanno abbandonato l'aula per dissenso verso le affermazioni di Bruno. «Portano il dibattito a un livello troppo basso», dicono.
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