Cronache

Tursi non controlla neanche le sue società

Tursi non controlla neanche le sue società

Ma come: per mantenere la città, il Comune di Genova spende cifre da capogiro e poi non controlla come le società partecipate gestiscano questi lavori e a chi quali ditte li affidino e per quali ragioni? Tutto nasce da una delibera, o meglio da un «parere» come si dice in termine tecnico, dell’Aspl, Autorità Servizi Pubblici Locali, voluta e nata con la giunta Vincenzi con lo scopo, appunto, di controllare l’andamento delle società in house del Comune. Un’Authority a tutti gli effetti.
Ebbene, dopo le polemiche che nel 2010 avevano travolto l’Aster (partecipata di Tursi) i consiglieri Gianni Bernabò Brea e Manuela Cappello si rivolgono all’Aspl per aver lumi su condizioni contrattuali, trasparenza e correttezza della società in house che deve rispettare due condizioni. Prima il Comune può affidare un servizio a terzi o creare una società ad hoc partecipata interamente, a patto che questa proceda per gara pubblica per l’assegnazione di lavori superiori ad un certo importo. E fin qui tutto bene. Ma poi c’è l’altra clausola. Ovvero: «il Comune per affidare servizi a terzi deve essere in grado di fare il cosiddetto “controllo analogo” - spiega il consigliere Gianni Bernabò Brea che il sito del gossip politico Qui Genova dà in uscita dal Gruppo Misto per il Pdl -, dovrebbe cioè monitorare la società partecipata come fosse un proprio servizio». Controllo previsto dalla legge.
Ecco cosa dice la relazione dell’Authority: «Nel corso dell’istruttoria è emerso che Aster non informa il Comune dei casi in cui appalta lavori a terzi né della denominazione delle ditte affidatarie, né delle ragioni che l’hanno indotta a questa scelta (...)». E poi ripete la conditio sine qua non per una società affidataria «in house provinding» ovvero l’esercizio del controllo analogo tra Comune e Aster. Che non avviene (e non è mai avvenuto?). Continua l’Authority: «Allorché l’Aster affida in appalto lavoro, il Comune non informato con sufficiente anticipo, non ha la possibilità di verificare il rispetto delle norme da parte degli appaltatori». Quindi l’invito - perché di un parere non vincolante si tratta - da parte dell’Aspl ad Aster a dare tutte le informazioni necessarie e previste per legge. Ma il punto è: «Cosa ha fatto Tursi in questi anni: ha chiuso gli occhi? - incalza Brea -. E se Aster non ha dato documentazione sufficiente perché il Comune non l’ha sollecitata?».
La delibera è dell’Aspl, e Tursi dovrebbe farne tesoro correggendo gli atteggiamenti sbagliati in onor della trasparenza, perché di questo si tratta, continua il consigliere. «Benché sia una cosa nota a tutti, nessuno ha ritenuto di prendere l’iniziativa. Credo sia necessario fare una commissione consigliare». E giusto ieri sera, il consigliere comunale e candidato sindaco, Enrico Musso ha annunciato un’interrogazione perché siano recepite le osservazioni dell’Autorità. Anche perché gli interrogativi sull’operato di Aster (che si occupa di tantissime mansioni, come la manutenzione della strade, di parchi, giardini, cimiteri) vanno indietro nel tempo, fino al 2004 almeno. «E che controlli ha fatto il Comune? I pareri dell’Authority non sono vincolanti, vero.

Però l’ha voluta la Vincenzi, e ora che c’è, non l’ascolta? Se non lo fa deve spiegare ai cittadini che pagano le tasse perché mantiene un organismo che costa così tanto».

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