Tursi piange miseria, ma paga gli psicologi per i nomadi

Tursi piange miseria, ma paga gli psicologi per i nomadi

Tempi di crisi, certo. Al Comune di Genova ce lo ripetono spesso quando si tratta di minacciare tagli ai servizi «per colpa del governo». Eppure c’è una categoria che in questi tempi di vacche magre vede i finanziamenti a lei dedicati più che triplicare. Sono gli zingari, cittadini di serie A per l’amministrazione di Marta Vincenzi, che ha deciso di rinnovare il servizio di affidamento educativo per i nomadi, svolto dalle cooperative sociali, con un bando che prevede un investimento di ben 170mila e 510 euro (Iva esclusa) per un anno di attività. Evidentemente un successo del martoriato bilancio di Tursi, che nel 2009 aveva invece investito poco più di 53 mila euro e che nel triennio precedente all’attuale aveva speso circa 160 mila euro in tutto. Altro che crisi, dunque. Anche perché, come spiega Giuseppe Murolo, consigliere comunale del Pdl, alla commissione comunale che tratta i temi legati ai servizi sociali, «non è mai stato comunicato, nel corso del tempo, quali risultati siano stati in effetti conseguiti con questi servizi di supporto psicologico educativo ai minori zingari». Murolo precisa che «questo importante investimento di denaro da parte del Comune non è legato ad alcun finanziamento né statale né europeo che vincoli l’amministrazione locale a spendere i soldi così». In altre parole: questi 170mila euro più Iva potevano anche essere investiti in altra maniera.
«I minori nomadi che vivono a Genova sono inseriti in un contesto familiare che ha regole spesso contrastanti con il vivere civile», continua Murolo che chiederà in un’interrogazione quanti ragazzi siano stati «per esempio avviati a scuole professionali o tolti dalla strada».
Il bando comunale prevedeva nel 2009 che il servizio di «accompagnamento educativo» avesse come obiettivo quello di «attuare una mediazione educativa tra singoli, i gruppi del target di riferimento e le realtà esterne, al fine di facilitare l’utilizzo delle risorse sociali, istituzionali, nonché l’acquisizione degli strumenti necessari ad un rapporto dialettico con l’esterno, nel quadro delle normative vigenti e nelle reali possibilità di integrazione nel contesto socio-ambientale». Il rinnovo di tale iniziativa è stato deciso anche perché nel febbraio del 2009 era stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Comune e il Forum genovese del Terzo settore per valorizzare «il sistema di servizi sociali nelle città di Genova». Tuttavia i due mesi che erano stati stabiliti per approfondire «la modalità di affidamento dei servizi» non sono bastati e dopo 17 mesi siamo ancora «in fase di approfondimento».

Intanto, nonostante non ci si sia messi d’accordo sul modo, i soldi sono stati triplicati. Adesso a volerci vedere chiaro è anche il consigliere comunale de La Destra Gianni Bernabò Brea che ha presentato un’interrogazione.

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