«Il tessuto economico del Veneto è caratterizzato da una miriade di piccole e medie imprese. Sono la sua forza e il suo futuro e vanno sostenute anche per il bene del Paese». Così, ha dichiarato Luca Zaia in una recente intervista rilasciata a Dossier. L'imprenditoria è, quindi, il primo soggetto dello sviluppo regionale. «Ma occorre, anche, fare sistema - ha aggiunto - in un'ottica di economia di scala, in modo che ne possano beneficiare tutti i segmenti produttivi e, conseguentemente, la società veneta. È l'ottica del piano per lo sviluppo che, non a caso, è stato firmato da industriali, artigiani, piccoli e medi imprenditori, agricoltori e commercianti, insieme alle rappresentanze sindacali». Un gioco di squadra in cui anche le banche dovranno impegnarsi.
Secondo Giovanni Costa, presidente della Cassa di risparmio del Veneto, l'obiettivo comune di politici, aziende e banche, deve essere la mobilitazione dei fattori di crescita. «Competitività delle imprese - spiega a Dossier - efficienza del sistema-Paese, dinamismo, inteso come mobilità e meritocrazia, coesione sociale in termini di solidarietà e consenso, devono essere gli strumenti, attraverso i quali, agire con fermezza. Banche, imprese, istituzioni, famiglie: in questo momento tutti sono chiamati a fare la loro parte di sacrifici. Noi siamo impegnati, con tutte le forze, a fare la nostra parte».
Sullo scacchiere veneto, quindi, risulteranno fondamentali le decisioni prese da un'area importante come quella veronese. Lo conferma, su Dossier, anche Andrea Bolla, presidente di Confindustria Verona.
Tutti coinvolti per la crescita dell'economia veneta: istituzioni, credito e Pmi
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