Tutti disertori alla cerimonia in ricordo della medaglia d’oro

Tutti disertori alla cerimonia in ricordo della medaglia d’oro

(...) fu pagata dalla vedova dello stesso, un comportamento ritenuto da Bruna Scantamburlo e non solo, semplicemente vergognoso. «Sì - dichiara la donna - ai tempi arrivò direttamente a casa un modulo che mi dava istruzione di quando, come e dove pagare il costo della lapide e della sua installazione».
Imbarazzante vicenda sulla quale, tre mesi dopo la denuncia del nostro Giornale (28-10-07), la Sindaco e l'assessore Paolo Veardo intervennero scusandosi per l'incomprensione adducendo le colpe a questioni burocratiche e assicurando che sarebbero intervenuti finanziariamente.
Una promessa però, rimasta nei cassetti della Vincenzi e di Veardo; infatti, oltre alla delibera n° 00683-2007 del 25-10-07 firmata dal Sindaco dove in calce si evince che il costo della targa non comportava nessuna assunzione di spesa a carico del bilancio comunale, lo confermano in esclusiva solo al nostro Giornale anche le parole di Bruna Scantamburlo. Che prima di confidarsi ha esclamato: «Ah, parlo molto volentieri col giornale di Feltri!».
Signora Scantamburlo, nemmeno oggi si notano rappresentanti delle istituzioni cittadine: «Sono anni che Genova si è dimenticata di mio marito, cosa vuole che m'importi se la sindaco c'è o no, non me ne importa proprio nulla anzi, sono felice della presenza di alte cariche dell'Arma dei carabinieri, rappresentate oggi dal Comandante della Legione CC Liguria, generale Salvatore Scoppa».
Quando si seppe che le fecero pagare le spese, la Sindaco dichiarò che sarebbe intervenuta lei personalmente: «Ma cosa vuole che m'importi di ciò che dice quella - puntualizza seccata la donna - continuo a ripetere che non voglio un centesimo da nessuno e ribadisco alle false promesse e dichiarazioni ai giornali della Vincenzi, che ancora adesso non si è fatto vivo nessuno. E che stiano ben lontani da me».
Cosa rappresenta Genova per lei?: «Una strana sensazione, dolcemente mi ha dato mia figlia Stefania e brutalmente mi ha tolto Ruggero, una città fredda della quale dico che dopo oggi, mai più ci metterò piede ufficialmente».


Parole di sdegno e rinnego che, per colpa di scarsa sensibilità e promesse propagandistiche di alcuni politici, coinvolgono le migliaia di genovesi che ricordano quel terribile momento e rimangono vicini e solidali al dolore della famiglia.

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