da Roma
Chi si aspettava iniziative di impatto mediatico sarà rimasto deluso. Niente video promozionali, niente magliette colorate a ricordare quanto accaduto nellultima tragica domenica. «Se fosse bastata uniniziativa eclatante, ci avremmo pensato prima», sottolinea il presidente della Figc Abete.
Il calcio, il gesto «forte» richiesto, lo aveva già fatto, bloccando i campionati di B e C per un turno. Ecco che la lunga riunione romana tra i massimi dirigenti del nostro football e i presidenti delle società (otto soli assenti su 42) vara una serie di progetti sulla scia di uno slogan: basta ai teppisti negli stadi. E così cè lunanime adesione alliniziativa del patron dellAtalanta: i club firmeranno una dichiarazione di totale presa di distanza, dentro e fuori degli stadi, dalla tifoseria violenta e dintesa con Assocalciatori e Assoallenatori cercheranno di sensibilizzare i propri giocatori e tecnici. In più verranno predisposte iniziative per diffondere nelle scuole i valori della non violenza, verrà favorita la partecipazione di famiglie e giovani allinterno degli stadi e la Lega si costituirà parte civile al fianco delle società in casi di violenza.
«Fermare uno o due anni il calcio non ha senso, bisogna combattere giorno per giorno», la risposta di Abete a chi in questi giorni (Gigi Riva) proponeva una soluzione così drastica. Daltronde il calcio - anche alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini dei fatti accaduti - è una vittima. Dunque, più di così non si poteva fare. Anche perchè domenica le istituzioni calcistiche avrebbero voluto fermarsi e solo il Viminale ha ordinato che si giocasse. E se ieri si è affrontato ancora il tema spinoso della responsabilità oggettiva («fa parte della normativa europea», ha precisato Abete), oggi si tornerà a parlare di diritti tv in unassemblea a Milano (il ministro Melandri si è detto disponibile a un incontro).
Intanto lOsservatorio chiude le curve.
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