Trieste - I teatri piangono il morto per la mancanza di soldi e la cultura in genere è bistrattata a causa della coperta delle risorse troppo corta. A Trieste, però, 12 musicisti ed un tenore della gloriosa orchestra del teatro Verdi bigiavano dal posto di lavoro e arrotondavano andando a suonare a Venezia per allietare i passeggeri della nave di crociera Ruby Princess in partenza per un giro del Mediterraneo.
Il sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, presidente della Fondazione del teatro non ha chiuso un occhio. «Era già stato fatto una volta quando un dipendente del teatro timbrava il cartellino per un altro - spiega Dipiazza al Giornale- . Avevamo ricevuto notizie di questo andazzo degli orchestrali che andavano a suonare su un transatlantico, senza autorizzazione, dandosi malati o cose del genere. Abbiamo fatto delle indagini incaricando un'agenzia investigativa e fotografie alla mano li abbiamo scoperti».
La storia di italiana furbizia è stata scoperchiata ieri dal quotidiano locale IlPiccolo . I particolari non sono proprio edificanti, anche se non stiamo parlando di assassini. L'andazzo è andato avanti dal 27 maggio all'8 ottobre di quest'anno. La Ruby Princess, varata nel 2008, è un colosso dei mari che può imbarcare 4600 passeggeri. Prima della partenza a Venezia gli orchestrali del Verdi suonavano per i turisti, non certo per beneficenza. Si erano allontanati da Trieste mentre 'risultavano a disposizione' del teatro per sostituzioni d'emergenza. Oppure, come nel caso dell'Otello del 27 maggio, denuncia il Piccolo, avevano aderito allo sciopero che ha fatto saltare la prima recita. Qualcuno dei 13 era esentato dall'obbligo di suonare al Verdi, perché al mattino aveva donato il sangue. Lo hanno sorpreso a Venezia. «In Italia di furbetti ce ne sono tanti, ma non si può continuare così - ribadisce Dipiazza - . Al Verdi il personale costa 15 milioni di euro all'anno e abbiamo 23 milioni di debiti. Bisognava dare un esempio».
Uno degli orchestrali coinvolti, contattato dal Giornale , preferisce non parlare. «La stampa non mi sembra la sede opportuna per discutere di queste vicende estremamente delicate. Si è fatto, però, di un cerino un incendio ci spiega Daniela Astolfi del sindacato autonomo Fials -Sono in atto le procedure previste dal contratto nazionale, che vanno dal richiamo verbale, scritto o sospensione dal lavoro per un massimo di 10 giorni». Le singole situazioni ed il peso degli addebiti variano per ogni professionista. Si tratta, secondo il Piccolo, di cinque violini, due violoncelli, tre viole e due contrabbassi, oltre che un tenore. Qualcuno è andato ad intrattenere i passeggeri per cinque volte, altri in una sola data, ma il problema rimane. Le lettere di contestazione sono datate 23 novembre e tutti avrebbero già risposto agli addebiti. Uno strumentista si sarebbe permesso pure una battuta. Il sindaco fa presente, nelle lettere ai dipendenti pizzicati, che le assenze per congedi legati ai parenti, malattie o donazioni di sangue hanno costretto la Fondazione del teatro a «modificare» o «ridurre » gli organici dell'orchestra «per un'intera produzione».
La direzione del Verdi era disponibile a risolvere la faccenda «entro le quattro mura del teatro».
Dipiazza, nella veste di sindaco sceriffo, vuole evitare di infierire: «Non sono il tipo che licenzia o sbatte in strada la gente. Per questi casi sono previsti 10 giorni massimi di sospensione. Ascolterò le loro risposte, ma bisogna dare un segnale di serietà».www.faustobiloslavo.eu
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