Tutto da chiarire l’aspetto penale

La sentenza della magistratura contabile è arrivata. Ora, resta aperta la vicenda penale. Il 15 marzo scorso, infatti, il giudice per le indagini preliminari Paolo Ielo ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Alfredo Robledo, titolare dell’inchiesta sui cosiddetti «incarichi d’oro» di Palazzo Marino, ordinando nuove indagini per chiarire le posizioni del sindaco Letizia Moratti, accusata di abuso d’ufficio, e di Federico Bordogna, ex direttore delle Risorse Umane, Alberto Bonetti Baroggi, allora capo di gabinetto, Giampiero Borghini, ex direttore generale del Comune e della sua vice Rita Amabile. Ielo era andato addirittura oltre l’originaria contestazione di concussione ipotizzata dal pm per i dirigenti che fecero firmare il prepensionamento ai funzionari non più graditi al Comune.

«Non appare dubbio - scriveva il gip nell’atto con cui respinge l’archiviazione - che la risoluzione consensuale, ottenuta con la prospettazione di modalità umilianti nella prosecuzione del rapporto di lavoro, con minacce - credibili per la fonte da cui promanavano - di pagarla, di mobbing, pare integrare il reato di violenza privata aggravata e non quello di concussione». Di più, «il materiale investigativo acquisito appare idoneo a sostenere l’accusa in giudizio con ragionevoli probabilità di condanna».

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