Tutto Porsche, lavoro e famiglia

Pilota di prestigio dell’Ab Racing Team, scuderia che punta a conquistare la Porsche Carrera Cup 2007, Stefano Comandini è un 39enne romano che parla come uno speaker radiofonico. Risponde a raffica alle domande e c’è da pensare che se il piede sul pedale si muove come la lingua, la conquista del trofeo istituito dalla casa automobilistica tedesca quest’anno non può certo sfuggirgli.
Si presenti da solo. Chi è Stefano Comandini?
«Sono un pilota che corre da 11 anni. Ho cominciato nel ’96 con la Clio Cup, poi nel 2002 ho corso il Clio V6 Maxi Cup Europa. Poi ho avuto un’esperienza nel Trofeo Alfa 147 Cup e nel 2005 sono passato al Targa Tricolore Porsche».
Chiuda gli occhi e pensi a un momento bello della sua carriera.
«Senza calcolare il Challenge GT3, dove ho ottenuto un secondo e un terzo posto finale negli ultimi due anni, mi piace ricordare le gare corse a Montecarlo con la Clio. Un’esperienza indimenticabile sia sotto il profilo sportivo che sotto il punto di vista umano».
Il suo compagno di squadra, Pier Giacomo Cappella, ha detto che puntate a conquistare la Porsche Carrera Cup 2007. Dichiarazione obiettiva o attaccamento ai colori di squadra?
«L’ha detto con cognizione di causa. Stiamo ottenendo buoni risultati, a Vallelunga abbiamo vinto noi. Certo, c’è da fare i conti con gli altri piloti, questo è il monomarca più prestigioso, una sorta di campionato del mondo».
Due anni fa era primo alla vigilia dell’ultima gara, ma le si ruppe il cambio e chiuse la stagione al secondo posto. Quanto è determinante la fortuna quando si è al volante?
«È una variabile che conta molto. C’è la bravura del pilota, sì, ma anche l’affidabilità della macchina. Un sasso che spacca il radiatore significa ritiro, conta poco essere stati in testa fino a quel momento».
Smesse le vesti del pilota cosa fa?
«Ho un negozio di famiglia, vendiamo articoli religiosi dalle parti del Vaticano».
Non resta che scandagliare la vita privata...
«Sono sposato da un anno, dopo dieci di fidanzamento. Diciamo che la vera al dito m’è stata infilata quasi per anzianità. E ho una bella figlia di sei mesi, Carolina».
Lavoro, famiglia, corse. Le resta tempo libero?
«Sì.

Quando posso non mi nego una partita a tennis o una sciata. E poi ho una passione per il calcio. Tifo Roma, altra grande passione. E non solo del tempo libero, visto che da buon tifoso dei giallorossi non mi faccio mancare neanche lo zapping radiofonico».

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