Uccide la nonna per venti euro e poi se li gioca al videopoker

Un ventiduenne vicentino confessa il suo delitto dopo 24 ore. Da tempo chiedeva soldi all’anziana. Ha perso la testa dopo un rifiuto

Marino Smiderle

da Chiuppano (Vicenza)

La signora Assunta si chiudeva sempre a chiave. Dalla porta a vetri della sua modesta casetta di Chiuppano, un paesino di tremila anime nell’Alto Vicentino, dominava il cortile e vedeva chi suonava al campanello. A 93 anni la diffidenza aiuta a mantenere la buona salute. Perché Maria Angela Frighetto Terzo, detta Assunta, a dispetto dell’età, era arzilla e perfettamente in grado di vivere da sola. Non apriva agli sconosciuti, questo no, ma del giovane nipote, nonostante alcuni recenti screzi, sentiva di potersi fidare. Così l’altro giorno, all’ora di pranzo, gli ha aperto. Alla consueta richiesta di soldi, l’anziana donna ha risposto che basta, era ora di finirla, che si trovasse un lavoro. Angelo Boriero, 22 anni, era partito da casa con un martello: di fronte al rifiuto della nonna, l’ha colpita due o tre volte, con lucida violenza. Poi ha preso venti euro ed è andato a giocare al videopoker del bar Al confine, a Piovene Rocchette.
Quando il corpo viene trovato, i carabinieri del nucleo operativo di Vicenza, guidati dal maresciallo Marco Ferrante, cominciano a orientarsi attorno a un caso che si annunciava complicato. Da dieci mesi gli stessi carabinieri stanno cercando di mettere le mani sull’assassino di due anziani, i coniugi Miola, trovati con la testa fracassata nella loro casa di Enego, non molto distante da Chiuppano. L’assassino o si trova nelle prime 24 ore non non si trova più, recitano alcuni manuali invero piuttosto sommari. Per questo Ferrante spinge sull’acceleratore e parte, ovvio, dalla sfera familiare.
Assunta Frighetto Terzo è vedova, vive da sola e ha una figlia, Miriam, di 61 anni, che vive nella vicina Piovene e che va trovarla ogni giorno col marito, Lino Boriero, 63 anni, falegname. Non ci sono eredità in ballo, non c’è uno straccio di movente, la coppia voleva bene all’anziana e le dava una mano. Dalla strada qualcuno comincia già a puntare il dito contro gli immigrati, ma non ce l’ha con gli albanesi che vivono là, loro sono brave persone, dicono. Sarà stato uno dei tanti, troppi, balordi di passaggio.
Ma la porta a vetri non presenta segni di scasso e la vecchina apriva solo a persone conosciute, un particolare confermato da tutti i chiuppanesi. Deduzione logica: ad aprire è stata la signora Assunta. Ma a chi? Ci vuol poco ai carabinieri per risalire al giovane nipote. Anche perché qualche vicino dice di averlo visto gironzolare da quelle parti, verso l’ora di pranzo.
Il ragazzo conferma, dice che è stato a trovare la nonna, ma aggiunge che se ne è andato dopo averla salutata. Il maresciallo Ferrante e il pm, Marco Peraro, non spingono più di tanto. Danno un occhio alle scarpe che sono ancora sporche di sangue e gli chiedono: «Sei sicuro che sia andata così?». «No - risponde - non è andata così. La go copà mi».


Sì, l’ha uccisa lui, questo giovane non del tutto in sé, diplomato alla scuola alberghiera, che diceva ai suoi di lavorare come cameriere e che invece si giocava i soldi presi alla nonna giocando al videopoker. È accusato di omicidio premeditato, visto che è partito dalla villetta di famiglia con il martello in una borsa.

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