Albissola Marina (Savona)Per farlo confessare ci sono volute ore e pazienza e soprattutto è stato necessario fargli passare la sbronza che nella notte gli aveva fatto perdere la testa tanto da uccidere la sua compagna. Un delitto efferato quello commesso da Nicolò Walter Vivado, 36 anni, dipendente di unazienda specializzata nella pulizia e manutenzione dei treni, che ha massacrato con un coltello da cucina Kamila Lysadorska, una donna di 31 anni, di nazionalità polacca, madre di due bambini di 5 e 7 anni avuti da un precedente matrimonio con un italiano. Motivo? La gelosia. Lei lo aveva lasciato e lui non riusciva a farsene una ragione.
«Si sono stato io», ha detto a un ispettore di polizia che su di lui aveva puntato i sospetti sin dallinizio, ovvero da quando i figli della donna avevano chiesto aiuto ai vicini dopo aver scoperto la mamma in una pozza di sangue nel bagno della loro casa in via dell'Oratorio ad Albissola Marina.
La polacca e Vivado avevano una relazione decisamente turbolenta. Si erano lasciati due settimane fa. Luomo, laltra notte, dopo aver alzato il gomito, è andato a casa di lei. «Kamila senza di te non resisto. Torniamo insieme». Un ultimo tentativo disperato di convincerla, che non però non ha avuto alcun effetto sulla donna. Lui a quel punto ha perso la testa. È iniziata una lite furibonda: sono volate parole grosse che anche i vicini di casa sentono. Sono le 3 del mattino, nessuno interviene perché era già successo altre volte. Alla fine lui afferra un coltello e lo affonda almeno tre-quattro volte. Un fendente mortale alla gola non ha dato scampo alla trentenne. Anche l'ex marito Roberto Pallotta era stato chiamato in questura, ma solo per capire dove fosse stato venerdì e nei giorni precedenti e quali fossero i rapporti con l'ex moglie. Nel pomeriggio si è portato a casa quei due bimbi che ancora non sanno esattamente cosa sia accaduto e chiedono della mamma. Lavevano trovata in un lago di sangue ed erano corsi dai vicini: «Venite, mamma sta male». Era già morta.
Un delitto che ha lasciato attoniti i vicini di casa: «Quella donna viveva solo per i suoi figli. Aveva anche trovato un lavoro: in una cooperativa. Una persona tranquilla con tanti pensieri nella testa. Ma i suoi due bambini erano la vera ragione della sua vita».
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