Stefano Filippi
Perché Udine? Perché l'idea è di Giampaolo Pozzo, patron dei bianconeri friulani, ieri soddisfatto in tribuna a fianco di Agnolin alla prima partita ufficiale interamente controllata da occhi elettronici. Fu Pozzo a rivolgersi qualche anno fa al Consiglio nazionale delle ricerche, che aveva brevettato (nel 2001 in Italia, l'anno dopo il certificato internazionale) un sistema speciale di video-sorveglianza per la sicurezza. Da case, parchi, uffici, l'impianto è finito negli stadi. Prima da clandestino, ora con il timbro dell'ufficialità.
Per i gol fantasma basterebbero quattro telecamere, due per ciascuna porta montate sugli spalti contrapposti. Ma a Udine gli apparecchi sono 18, nove per tribuna, spiccano chiari in cima a pali rossi. Perché il progetto è ambiziosissimo, e dunque questa è una fase iniziale. «È un motore a cinque marce, noi ora mettiamo soltanto la prima», profetizza Pozzo. Dopo il gol fantasma toccherà al fuorigioco e infine a tutti gli episodi in area di rigore: i falli da penalty e quelli al limite dell'area, spintoni e sgambetti, rigori da ripetere. «Il kit non costa molto, 60mila euro; è facile da montare e privo di tempi morti fra l'avvenimento, la valutazione e la comunicazione al direttore di gara. Niente interruzioni di gioco né intermediari», dice Arcangelo Distante del Cnr di Bari, il tecnico che segue il progetto.
E allora che cosa si aspetta per piazzarlo dappertutto? Pozzo e Agnolin sperano che già nel 2007 l'occhio elettronico sia definitivamente omologato per i gol fantasma. Sul resto, prudenza e riserbo. La Figc ha già dato il benestare, l'anno scorso a Lucerna è partita la valutazione della Fifa che, entro poche settimane, dovrebbe portare alla decisione di sperimentare il sistema in un torneo internazionale giovanile. La Fifa ha apprezzato il progetto elaborato dal Cnr e sponsorizzato da Pozzo perché non punta a togliere di mezzo l'arbitro (obiettivo di uno studio francese parallelo) ma è di appoggio alle sue decisioni. A Blatter basta che nessuno la chiami «moviola in campo», e in realtà sul campo non ci sono monitor né immagini da riavvolgere. «Sappiamo che la federazione internazionale non è troppo favorevole a queste innovazioni - butta lì Pozzo - ormai però la tecnologia è in grado di fare tutto. Nell'era dei satelliti non si possono obbligare i piloti a usare ancora la bussola».
Agnolin non vuole svelare gli altri stadi dove saranno montate le telecamere, e si guarda bene anche dal dettagliare i possibili sviluppi. Si limita a dire che si avrà un controllo costante, totale, infallibile della partita. «L'arbitro ne trarrà enormi vantaggi».
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