Ue, i tassi tornano a salire La Bce li porta all'1,25%: prima correzione dal 2008

I tassi erano stati tenuti inchiodati al minimo storico dell’1%. Un livello a cui erano stati abbassati in risposta alla recessione globale, mentre ora l’economia, anche dell’area euro, sembra consolidare l’orientamento alla ripresa

Ue, i tassi tornano a salire 
La Bce li porta all'1,25%: 
prima correzione dal 2008

Bruxelles - La Banca centrale europea ha rotto gli indugi alzando di 0,25 punti i tassi di interesse ufficiali dell’area euro, dove il principale riferimento sul costo del danaro sale così all’1,25 per cento. Una manovra attesa dai mercati e che la stessa istituzione aveva lasciato presagire, nella necessità di contrastare le accelerazioni dell’inflazione innescate dai rincari del petrolio.

I tassi tornano a salire Si tratta della prima variazione operata dopo quasi due anni in cui i tassi della Bce, che si riflettono a cascata sui costi di tutto il credito bancario a famiglie e imprese, erano stati tenuti inchiodati al minimo storico dell’1 per cento. Un livello a cui erano stati abbassati in risposta alla recessione globale, mentre ora l’economia, anche dell’area euro, sembra consolidare l’orientamento alla ripresa. Negli ultimi mesi il recupero dell’attività si è accompagnato dai rincari su diverse materie prime, tra cui il petrolio i cui rialzi sono stati esacerbati dalle recenti tensioni nel mondo arabo, e dalla guerra civile in Libia. A Londra il barile di Brent ha superato 120 dollari e già a metà marzo l’inflazione media dell’area euro aveva segnato una accelerazione al 2,6 per cento. Per questo già un mese fa il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet aveva esplicitamente avvertito che un rialzo dei tassi oggi sarebbe stato possibile. Si tratta del primo rialzo del costo del danaro operato dall’istituzione europea da 33 mesi a questa parte.

La strategia della Bce Bisogna risalire al luglio del 2008 per trovare una manovra analoga (allora i tassi vennero alzati da 4 al 4,25 per cento). Un precedente non proprio bene augurante, visto che solo pochi mesi dopo, a ottobre, il crack di Lehman Brothers costrinse la Bce e le altre maggiori Banche centrali mondiali a muoversi in tutta fretta nella direzione opposta, avviando aggressive manovre di tagli sul costo del danaro, mentre il mondo cadeva in recessione. Anche allora i rialzi della Bce vennero decisi dopo pesanti rincari del petrolio, che aveva raggiunto quasi quota 150 dollari a Londra. Oggi alcune delle incognite che pesano sul quadro sono interne all’area euro e ai rischi di debito dei suoi paesi più periferici.

Gli Stati in forte crisi Questa stretta sui tassi cade all’indomani dell’annuncio del governo del Portogallo, che si è rassegnato a chiedere aiuti come già avvenuto a Grecia e Irlanda. Nell’Unione monetaria si allarga il divario che separa questi paesi in difficoltà e quelli capofila, a cominciare dalle Germania che proprio oggi ha visto consistentemente rivedere al rialzo le previsioni di crescita economica da parte dei suoi maggiori centri studi. Ad ogni modo a partire dal prossimo 13 aprile, secondo quanto comunicato dall’Eurotower, nell’Ue a 17 il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento salirà all’1,25 per cento, il tasso sulle operazioni marginali al 2 per cento mentre il tasso con cui la Bce retribuisce i depositi di breve termine custoditi per conto delle banche commerciali allo 0,50 per cento. Registrata come da attese la decisione di oggi, ora l’attenzione di mercati e analisti si sposta sulla conferenza stampa esplicativa di Trichet, alle 14 e 30.

In particolare si cercherà di cogliere possibili indicazioni sulle strategie che la Bce intende seguire nei mesi a venire, anche se il presidente potrebbe scegliere di mantenersi sul vago in modo da lasciare il Consiglio direttivo il più possibile con le mani libere sul da farsi.

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