L'arrivo degli alieni a bordo dei loro dischi volanti sul nostro pianeta sofferente non potrà sembrare così strano a chi ha confidenza con il Futurismo, da Marinetti con le sue premonizioni "post-umane" di esseri artificiali con innesti biomeccanici e con i suoi automi elettrici, alle Forme uniche della continuità nello spazio di Boccioni dove l'uomo in corsa, modellato dal dinamismo dialettico con il paesaggio e con il mondo, si trasforma in un presagio aerodinamico delle forme dell'avvenire, fino agli uomini meccanici di Depero, robot metallici che danzano o corrono in moto, e agli audaci dell'aeropittura come Tullio Crali con i suoi piloti e i suoi paracadutisti in picchiata sulla città verticale.
Per comprendere questi alieni e accoglierli al meglio potremmo allora ricorrere agli omaggi al Futurismo dipinti da Tommaso Lisanti, nuovo aeropittore degli spazi interstellari, esploratore di pianeti sconosciuti, trasvolatore di galassie lontane, rivelatore di terre distanti molti anni luce da noi, visitatore di luoghi inaccessibili percorribili solo da un pensiero e da un'immaginazione aperti verso sistemi solari diversi dal nostro.
I dischi volanti bianchi, rossi e verdi di Lisanti, i suoi alieni tricolori appaiono dunque un appropriato tributo ai Futuristi che sono comparsi come veri e propri alieni nell'Italia statica del 1909, con le loro opere e le loro teorie innovative e rivoluzionarie, la loro poesia e la loro musica fatte di rumori e associazioni assurde, la loro esaltazione della macchina, del volo e della velocità. Tra l'altro Lisanti aveva compiuto la sua associazione al Futurismo in tempi non sospetti, molto prima dell'attuale centenario, intitolando Alogico Alieno una sua mostra del 2004, collegandosi dunque direttamente al teatro futurista che per Marinetti doveva essere proprio alogico e dinamico, simultaneo, autonomo, irreale.
La stessa pittura di Lisanti, del resto, è dinamica nella sua velocità da astronave, simultanea nella sua rappresentazione aperta contemporaneamente su più mondi, autonoma da ogni condizionamento terrestre e irreale nella sua visionarietà immaginifica che lo rende un artista in grado di accogliere e di presentarci con un vero gesto futurista gli alieni giunti dallo spazio profondo su macchine più belle delle sculture per festeggiare i cento anni dei loro predecessori.
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