Il volo AZ 784 parte, partirà, dovrebbe partire alle due meno dieci di oggi pomeriggio, dicesi 14 e 50. Destinazione Tokyo, aeroporto di Marita, ore di viaggio: dodici e venti. L’Alitalia defunta e la Cai Alitalia rinata, rivista e corretta, è pronta a decollare tra l’entusiasmo della folla. Restano ancora a disposizione sette posti, gli altri passeggeri, già dotati di ticket, attendono notizie da e di Daniela Martani, hostess indicata nel crew briefing, il bollettino di convocazione dell’equipaggio a bordo. Cresce l’attesa, momenti di fermento, la notte potrebbe portare consiglio. Ma a chi? Alla signorina Martani, la famosa pasionaria vestita di verde e di blu, quella che nelle giornate di turbolenze, non in volo ma a terra,esibiva il cappio, non il foulard, al collo, quella che Tonino Di Pietro voleva come nuova passeggera dell’Italia dei valori, quella che Michele Santoro ha precettato immediatamente in studio per una puntata di Anno Zero, un titolo un destino per la compagnia di bandiera, ammainata; quella che Massimo Giletti si è portato a cena, con fotografo appostato, quella che ama i film che finiscono bene, Airport compreso, quella, infine, che da qualche giorno partecipa vivamente all’ultima edizione del Grande fratello, tra tette, lingue, topless, broccolamenti vari, senza che nessuno allacci regolarmente le cinture di sicurezza, anzi.
La Martani si trova di fronte al bivio della propria carriera, non dico della vita che, a volte, non per tutti, è una cosa ben più seria. O saluta i ragazzi, come li chiama la Marcuzzi, della casa e vola a Fiumicino in tempo utile o, in caso di picchettaggio e sequestro del Gf9, sa che oggi pomeriggio, al momento dell’appello per il volo AZ 784, il comandante del volo segnerà sull’apposito foglio, alla voce Martani Daniela «assente ingiustificata». Nessun certificato medico, nessuna protesta o sciopero, ma i giorni dell’aspettativa, come da richiesta scritta della stessa dipendente riassunta. Il regolamento dice questo, il contratto permette, consente, tollera, però prima o poi qualcosa potrebbe accadere, tipo lettera di licenziamento, lei è stata nominata, nemmeno un applauso. Ma è roba piccola, anche squallida se non ridicola per una che si batteva, ieri, giustamente, per il posto di lavoro, per una buddista di fede che al posto del gohonzon, la pergamena davanti alla quale il fedele, medita, prega, recita due capitoli del Sutra del loto (non sempre, per motivi di tempo che si sa, è denaro), una che al posto del gohonzon, dicevo, deve sbrigarsela con le faccende di cucina, di letto e di toilette, il non vedente, la maggiorata, il play boy, il surfista, l’arrivista, il rom, il cuoco, vari ed eventuali.
La stessa Daniela, in un momento di lucida collera (mah!) aveva garantito che il Grande fratello non faceva parte dei suoi progetti, non era schedulato, perché la battaglia sindacale, quella sì, andava combattuta e il contratto appena sottoscritto con Cai non le garbava, 6 degli 8 permessi mensili erano a disposizione dell’azienda, a Lei, come agli altri reduci e sopravvissuti, ne sarebbero restati due soltanto e inamovibili, come certi aerei della compagnia medesima nelle giornate di sciopero. E aveva anche aggiunto che il taglio dei voli a medio e lungo raggio era un colpo al cuore, dalla parte del portafoglio, prosciugato del 30 per cento. Insomma sembrava dura e pura, pronta a non scendere a compromessi, al grido qui non si fa l’Alitalia o si muore.
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