Cronaca locale

Umiliato alle carte litiga con il rivale al bar e poi gli spara 6 colpi

Giuseppe G. - 55 anni, originario del Foggiano ma residente a Mediglia, trascurabili e vecchissimi precedenti penali alle spalle - aspetta con ansia a San Vittore di sapere quale sarà il suo destino. Nelle prossime ore, infatti, il gip Marco Maria Alma deciderà se convalidare o meno il fermo a suo carico per tentato omicidio. Un provvedimento voluto dal pm Fabio De Pasquale dopo l’intervento degli investigatori della squadra mobile l’altra sera in viale Molise. È lì infatti che l’arrestato, pieno di rabbia e risentimento contro un vecchio compagno di partite di carte, al culmine di una lite ha estratto una pistola e gli ha sparato sei colpi alle gambe. Costantino F. - pensionato 69enne, incensurato, nato nel Leccese ma residente in provincia di Milano - è stramazzato a terra con due proiettili calibro 32 nella coscia destra, mentre il suo feritore fuggiva in auto. Per poi consegnarsi spontaneamente più tardi nelle mani della polizia.
I motivi della lite, ingigantitasi in maniera spropositata fino al tentato omicidio, sono da ricercare proprio in questioni legate al gioco d’azzardo e alle partite di carte nelle quali i due uomini coinvolti s’intrattenevano in un bar proprio all’angolo tra via Caposile e viale Molise, a due passi da piazzale Martini. Secondo il dirigente della squadra mobile, Alessandro Giuliano, sembra che da tempo tra Giuseppe e Costantino non corresse buon sangue e che il primo fosse stato più volte umiliato a parole dall’altro proprio a causa dell’esito non proprio brillante di una delle loro tante partite.
Venerdì sera in pochi attimi si sfiora la tragedia. Sono circa le 21.30 quando Giuseppe G. arriva davanti al bar in auto e, già «carico», comincia a litigare con Costantino F., fermo sul marciapiede. Le parole e i toni tra i due si fanno sempre più aspri fino a quando Giuseppe non decide di andare a parcheggiare e di tornare a piedi sul posto, portandosi però dietro una pistola semi automatica. Trovatosi di nuovo davanti al suo detrattore - che, improvvisamente, arriva persino a schiaffeggiarlo - Giuseppe tira fuori l’arma che tiene in tasca e spara sei colpi in direzione delle gambe di Costantino. Quindi, mentre l’altro cade a terra colpito da due proiettili, lui ritorna in auto e scappa.
Ad avvertire il 113, al termine della sparatoria, è un passante, anche se poi il centralino della polizia verrà letteralmente preso d’assalto dalle chiamate di residenti. Così, mentre Costantino F. finisce all’ospedale San Raffaele con due proiettili nella coscia destra (le sue condizioni non sono gravi) per gli investigatori della Mobile inizia la caccia al fuggitivo. I poliziotti, saputo dove abita, circondano quindi la sua casa di Mediglia, ma quasi contemporaneamente, nei pressi del commissariato «Mecenate», Giuseppe G. nota una pattuglia delle volanti e si consegna alla polizia. Fermato con l’accusa di tentato omicidio il 55enne, però, sostiene di non sapere dove ha messo la pistola. «L’ho buttata» insiste.

E poiché l’uomo non risulta detenere legalmente armi, l’«amnesia» persiste.

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