UniCredit e Ibm si alleano: più efficienza e innovazione

UniCredit e Ibm si alleano: più efficienza e innovazione

Trasformazione, innovazione ed efficienza. Sono queste le parole chiave per comprendere la specificità dell'operazione Value Transformation Services (V-TServices), la joint venture tra UniCredit (attraverso la sua società di servizi Unicredit Business Integrated Solutions) e IBM, che fornisce servizi d'infrastruttura Ict (Information communications technology) a UniCredit e al mercato esterno.
Trasformazione e innovazione sono due concetti che si applicano tanto all'Ict quando al business, poiché oggi l'adozione di nuovi paradigmi tecnologici è un fattore che abilita l'apertura di nuovi mercati, l'aumento del livello dei servizi, il lancio di nuovi prodotti e l'aumento dell'efficienza. Per realizzare questa missione, V-TServices incarna un modello definito di co-sourcing.
Cosa s'intende? «Normalmente nell'outsourcing - spiega Giovanni Linzi, amministratore delegato - un cliente esternalizza i servizi e chi glieli fornisce è tenuto a erogarli nel rispetto di un contratto e di precisi accordi sui livelli dei servizi (Service level agreement). Anche in questo caso esistono un contratto e Sla molto dettagliati, ma il rapporto tra le due aziende va oltre il piano contrattuale. È più coinvolgente, attivo e presuppone investimenti da entrambe le parti. C'è una struttura di governance molto articolata, cui partecipano top manager di Ubis e IBM, che punta a esplorare in modo veloce tutte le opportunità in tema di trasformazione e innovazione. Nell'ambito del processo di innovazione, a esempio, analizziamo le tecnologie che possono portare a cambiamenti di paradigma e generare vantaggi sia in termini di riduzione dei costi sia di abilitazione di nuovi modelli di business».
La governance dell'innovazione, continua Linzi, prende in considerazione tre diversi orizzonti temporali su cui s'innestano tre livelli di intervento: infrastrutturale, applicativo e business. «Sul piano del business - spiega l'ad di V-TServices - in questo momento una delle ipotesi di lavoro riguarda il tema della centralità dei clienti, con due accezioni: la prima, è come incrementare la capacità di aumentarne il numero, di segmentarli e disegnare servizi e prodotti con un livello di personalizzazione quasi atomica; la seconda, riguarda il modo migliore di utilizzare i dati degli stessi clienti per migliorare la gestione dei rischi, riducendone i costi per la banca». A regime, ampliato il bacino della clientela, V-TServices pensa di poter giocare addirittura un ruolo di tipo «sistemico». «La maggior parte degli investimenti Ict delle banche - risponde Linzi - è assorbita da attività che non generano differenziazione e che potrebbero essere messe a fattor comune, affidandole a un unico soggetto. Pensiamo, a esempio, al disaster recovery o alle applicazioni per l'ottemperanza alle normative».
La capacità di generare efficienza di una realtà come V-TServices, infine, potrebbe risultare interessante anche per realtà diverse dal mondo bancario, come la Pubblica amministrazione.

«La Pa - dice Linzi - ha aspetti simili a quelli del settore finance in cui potrebbe essere perseguito un enorme efficientamento».

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