Un uomo di Nomisma coordinerà gli 007

Gian Marco Chiocci

da Roma

Tutti per uno, uno per tutti. O quasi. I tre nuovi moschettieri dell’intelligence «scelti fuori da cordate e giochi politici» sarebbero invece collegati per due terzi al premier. Stando all’ex presidente emerito Francesco Cossiga (gran conoscitore del mondo dei Servizi) sia il nuovo responsabile del Cesis, generale Giuseppe Cucchi, sia il successore di Nicolò Pollari al Sismi, ammiraglio Bruno Branciforte, farebbero parte della «cordata ulivista con le stellette» guidata dal ministro della Difesa, Arturo Parisi. Fuori da giochi e cordate resterebbe il solo Franco Gabrielli, superpoliziotto promosso questore per meriti straordinari (a lui si deve lo smantellamento delle Br), giovane direttore del Sisde subentrato in extremis al grande favorito Antonio Manganelli, considerato per titoli ed esperienza (tranne che dalla sinistra più estrema intenzionata a vendicarsi sul vice di De Gennaro per i fatti del G8 di Genova) il naturale successore del prefetto Mario Mori.
La cordata ulivista si sarebbe formata alla scuola militare della Nunziatella dove il futuro ministro Parisi avrebbe stretto i rapporti con allora compagno di corso, Giuseppe Cucchi. Il quale dopo aver ricoperto l’incarico di consigliere militare di Prodi nel 1996, sempre a detta dell’ex presidente emerito «fornirà all’Ulivo le argomentazioni per opporsi all’intervento americano e italiano in Irak». Non a caso in un’interpellanza del 29 ottobre 2003, Cossiga chiederà lumi su Cucchi «che avrebbe preso parte quale consulente e relatore a una riunione del vertice della Margherita riunito per deliberare sulla posizione da assumere in ordine alla presenza militare italiana in Irak». In quella sede il generale «avrebbe espresso il suo giudizio negativo sia all’iniziale intervento militare italiano, di cui ha proposto il ritiro, sia all’invio di altre unità militari italiane in Irak». Una settimana dopo, Cossiga tornava all’attacco per sapere di un altro presunto incontro di Cucchi con i vertici della Margherita dove avrebbe «illustrato i criteri di politica e di azione militare per dare attuazione pratica agli indirizzi estrapolati dai risultati del noto sondaggio di Eurobarometro commissionato dalla Ue in vista di una sterilizzazione militare delle forze di difesa israeliane, una espulsione di massa degli ebrei che abitano in Israele e per la definitiva debellatio di questo Stato». Ultimo incarico ricoperto: consigliere militare di Parisi. Ma c’è di più. Se si va sul sito di Nomisma, aggiornato a ieri, la foto di Cucchi e il curriculum appaiono (sotto la carica: «fondatore») nel gruppo di lavoro dell’Osss, Osservatorio scenari strategici di sicurezza, dell’istituto bolognese fondata da Romano Prodi. L’osservatorio fondato da Cucchi quattro anni fa - si legge on line - «vuole fornire un quadro approfondito della situazione mondiale» e ogni anno pubblica Nomos & Kaos «un rapporto sugli scenari strategici dell’economia».
Della cordata ulivista farebbe parte anche il generale Rolando Mosca Moschini «che negli ultimi sette giorni del governo dell’Ulivo - ha tuonato sempre Cossiga - passò dal vertice della Finanza a capo di stato maggiore della Difesa». E che nell’ultimo mese è stato promosso consigliere militare del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In questa grande famiglia che avrebbe grande familiarità con la politica, Cossiga inserisce anche l’ammiraglio Giampaolo Di Paola (successore di Mosca Moschini alla Difesa) il generale Rotondi (successore di Di Paola alla Direzione armamenti) oltre a un bel po’ di «marinai»», come Campregher e appunto l’ammiraglio Bruno Branciforte, nuovo direttore del Sismi, comunque all’altezza vista la lunga esperienza al Secondo reparto intelligence della Marina.

Impossibile dire se Branciforte, 007 navigato, cambierà rotta buttando a mare gli ufficiali di Pollari rimasti sul ponte di comando. Di sicuro la corsa a salire sulla scialuppa del vincitore, a Forte Braschi, è già cominciata.
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

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