Cronache

«Urne deserte in difesa della vita»

Grillo (Fi): «C’è chi vuole riportare la questione a una logica da Far West»

«Urne deserte in difesa della vita»

Franco Crosiglia

«Ma quando si crede fermamente in una battaglia non è più giusto combatterla fino in fondo invece che sfruttare a proprio vantaggio gli astensionisti cronici, o quelli che andranno al mare?». È stata una discussione a tutto campo quella che venerdì sera a Recco ha visto Massimiliano Lussana, caporedattore del Giornale, fare da moderatore nell'assemblea pubblica «La vita non può essere messa ai voti». Un titolo che è anche lo slogan adottato dal «Comitato per la legge 40, Scienza & Vita». All'appuntamento, organizzato dall'Aral (Associazione regionale amministratori locali), erano presenti come relatori Luigi Grillo (senatore di Forza Italia), Gino Garibaldi (consigliere regionale di Fi), Gianluca Buccilli (presidente dell'Aral e sindaco di Recco) nonché due tecnici: l'avvocato Gabriele Trossarello e la dottoressa Adriana Zigliara.
«Né la scienza né il referendum possono dire qualcosa di essenziale della vita», si affida alle parole del suo omonimo, Beppe Grillo, il senatore Luigi Grillo per rispondere alla provocazione iniziale di Lussana. «Non andare a votare è una scelta coraggiosa e trasparente», spiega il senatore che domanda a sua volta: «In questa materia straordinaria è corretto permettere agli scienziati di fare quello che vogliono, oppure il Parlamento ha il diritto di intervenire stabilendo dei limiti?». «Forse - insinua Grillo - qualcuno ha interesse a un ritorno alla logica del Far West». Cita il pediatra e genetista Giovanni Battista Ferrero («La vita umana inizia dall'unione dei due gameti maschile e femminile») Buccilli, secondo cui «questa legge forse non è la legge migliore possibile, ma è il frutto di un lavoro parlamentare durato 8 anni. E per la prima volta si pongono delle tutele a favore dell'embrione». E se la dottoressa Zigliara mostra, su uno schermo, il miracolo di una nuova vita che inizia con la fecondazione dell'ovocita e si conclude con la nascita del bambino. All'avvocato Trossarello il compito di fare un quadro generale della legge 40 e dei quesiti referendari.
Un dibattito che ha appassionato il pubblico che è intervenuto più volte nella discussione con domande: «Quali sono esattamente i diritti che la legge riconosce all'embrione?», «Quali interessi economici si nascondono dietro la fecondazione assistita?». Ma una domanda è stata la più ricorrente: «La natura umana che la legge 40 riconosce all'embrione non è in contrasto con la legge sull'aborto che riconosce alla donna liberta assoluta?». Ovvero: «Che rapporto c'è tra la legge 40 e la legge 194?». «Nessuno - rassicura Buccilli -. Anche se discutere della legge sull'aborto non può rappresentare un tabù per il paese». Idem per Garibaldi: «Le due norme si integrano. Una si occupa della prima fase: la fecondazione.

L'altra regola la maternità e tutela i diritti della donna».

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