Anche il New York Times, con un editoriale di William Taubman, professore di scienze politiche allUniversità di Amherst (Massachusetts) e vincitore del Premio Pulitzer del 2004, ha ricordato i cinquantanni dal «discorso segreto» di Krusciov al XX Congresso del Pcus.
«Dopo tutto - spiega Taubman - Krusciov tentò di salvare il Comunismo, non di distruggerlo. Nel ripulirlo dalla macchia dello Stalinismo, desiderava rilegittimarlo agli occhi del popolo non solo nella sfera sovietica, ma in tutto il globo». Ma «Krusciov - prosegue leditorialista - usò il discorso anche per cercare di rafforzare la propria posizione allinterno del Cremlino. Nellattaccare Stalin, il leader pensò infatti di rendere migliore la propria reputazione, oscurando quella dei rivali del calibro di Vyacheslav Molotov, Georgi Malenkov e Lazar Kaganovich, che erano stati vicini a Stalin più di quanto lo fosse stato lui stesso».
E mentre gli Stati Uniti non dimenticano, la Russia mostra, al contrario, di aver «rimosso» linizio della fine del comunismo.
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