Va fermato il business delle lauree «ad honorem»

Appaiono paradossali e assurde sia la proposta, avanzata dall’ex Commissario europeo Mario Monti, di abolire il valore legale della laurea, sia le iniziative assunte, con sempre maggiore frequenza, da alcuni Rettori di Università consistenti nell’assegnazione di lauree ad honorem a personaggi autodidatti dell’economia e dello spettacolo.
Credo che le lauree ad honorem rappresentino una sorta di mercimonio del sapere che il mondo accademico e universitario ha accettato di pagare al business e al mondo dello spettacolo nella speranza di catturare qualche iscritto in più, attraverso l’uso dei testimonial, o di attirare nuove contribuzioni private.
Tale riconoscimento dovrebbe essere attribuito esclusivamente a coloro che, già laureati, abbiano accumulato, nel corso della loro attività lavorativa, meriti, conoscenze ed esperienze in altre discipline scientifiche di livello tale da giustificare il riconoscimento di un ulteriore titolo accademico.


Occorre, a mio avviso, porre fine a questo “teatrino” delle lauree ad honorem conferito per meriti presunti a persone prive di diploma di laurea.

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