Va a fuoco la casa: un morto e sette feriti

Il sibilo acuto dell’allarme del rivelatore di gas non lasciva presagire nulla di buono. Così il signor Antonio, 67 anni, si è affacciato dalla sua finestra al secondo piano del complesso di case Aler, e ha visto il fumo uscire dalle finestre di Pasqualino Bruno Tindaro, di 75 anni. L’uomo ha chiamato il 115, poi ha dato l’allarme al vicinato e si è precipitato nel cortile. Giusto in tempo per sentire il botto. Poi l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno trovato il corpo carbonizzato dell’anziano, e delle ambulanze, che hanno portato via sette persone intossicate.
Viale Mar Jonio è una parallela di viale Murillo, tra via Rembrandt e via dei Rospigliosi, larga tranquilla con un bel giardino in mezzo, dove i molti anziani della zona vanno a prendere un po’ d’aria, soprattutto in queste calde giornate. Come ha fatto Tindaro, visto verso mezzogiorno seduto su una panchina. Sempre Antonio ricorda di averlo aiutato ad attraversare la strada: «Poi lui è salito in casa sua e io nel mio appartamento». Pur essendo molto conosciuto nel quartiere, se nessuno ha mai capito esattamente cosa abbia fatto nella sua vita. «Lavori saltuari» dicono i vicini che però aggiungono «una brava persona».
Verso la mezza è tornato nella sua abitazione al civico 3, condominio di proprietà dell’Aler, sei piani per cinque scale. L’anziano abitava all’interno E, piano rialzato, insieme a una signora peruviana di 50 anni, all’inizio sua badante poi anche compagna e convivente. Lei era uscita per lavoro e Pasqualino la stava aspettando. Cosa sia successo rimane per il momento nel campo delle ipotesi. Le uniche cose certe sono la fuga di gas rilevata dall’allarme installato nell’abitazione, il fumo e lo scoppio. Non proprio un’esplosione. «Un botto» precisa ancora il signor Antonio. Dunque fuga e incendio sono quasi contemporanei. Particolari che lasciano pensare come Tindaro abbia acceso il gas, forse per scaldare del cibo poi lasciato sul fuoco. Forse per dimenticanza, forse per un malore. Sempre i condomini infatti aggiungono come ultimamente non ci stesse tanto con la testa e si muovesse a fatica.
Al loro arrivo i soccorsi hanno potuto fare ben poco per lui. I vigili del fuoco hanno solo potuto spegnere l’incendio e recuperare il corpo carbonizzato. Mentre il personale medico del 118 ha iniziato a prendersi cura dei numerosi inquilini che si sono sentiti male per il troppo fumo respirato.

Sette persone alla fine sono state portate in ospedale: tre in codice giallo all’ospedale San Carlo, due al Sacco e due al Fatebenefratelli, tutte in codice verde. Gli accertamenti dei pompieri alla fine hanno decretato l’inagibilità dell’appartamento di Tindaro e di quello del piano superiore.

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