Con i tempi che corrono il Vangelo in regalo ai milanesi è una grande idea. Tout court. Sine glossa.
Nel commento dell'amico Luca Doninelli apparso ieri si sostiene invece che l'idea non è ottima perché sarebbe «di origine protestante in quanto il gesto sarebbe anonimo e perché i regali non si distinguono da quello che c'è dentro ma da chi te li fa».
Devo dire che questa riflessione di Doninelli non mi sembra buona. E vengo a qualche riflessione. La prima è che i regali si distinguono non solo da chi te li offre ma sicuramente anche dal contenuto dell'oggetto del regalo. La cosa è talmente ovvia che su questo non credo si debba infierire con l'amico Doninelli, il quale accetterebbe una bella raccolta di libri di Borges anche da un estraneo, non solo da un suo caro amico. Chiunque di noi accetta volentieri un bel regalo, anzi da quel fatto capirò che c'è dietro qualcosa che mi si vuol dire. E così tra sabato 18 dicembre e il giorno di Natale decine di migliaia di milanesi avranno l'opportunità di imbattersi in questo strano regalo offerto dai taxisti del 8585: una copia dei Vangeli, edizione integrale Cei, così anche l'accusa di protestantesimo è parata.
Per quanto riguarda il metodo e lo stile del gesto di certo non è militante. E' un gesto affidato alla libertà di ciascuno. Alla libertà dei singoli taxisti che vorranno distribuire il Vangelo grazie al loro nuovo Cda che si è assunto questo impegno con gioia e intelligenza. Alla libertà dei clienti che si dovranno interrogare di fronte a questo particolare regalo, che non è la promozione di un oggetto di consumo ma che è la Parola di Dio che ti raggiunge. Gratis. Per caso, su di un taxi a Milano.
E qui viene il vero punto. La parola di Dio da sola non può molto se prima di essa, con essa e dietro essa non c'è una realtà umana che la incarna. Ecco Gesù ed ecco la Chiesa. Ma quindi ecco noi. Ecco la nostra libertà in azione. Stufa di lasciare solo ai preti il privilegio della comunicazione di questa meravigliosa parola di vita che racconta la nostra salvezza. Per arrivare a tanto però bisogna essere liberi e soprattutto cattolici, cioè amanti e pieni di stima per l'azione dello Spirito santo esercitata dentro la comunione dei fedeli quali noi siamo, cioè dentro la Chiesa. E' lo Spirito che guida i nostri passi, anche quelli dentro la nostra famiglia o dentro noi stessi.
Coi tempi che corrono, caro Luca, questo è e mi avanza. In attesa che anche il futuro cardinale di Milano invece che parlare sempre di moschee , di povertà e di immigrati ricominci a parlare del Vangelo da annunciare a tutti i milanesi che lo aspettano come il panettone. Se tutti avessero letto i Promessi sposi saprebbero che un solo grande cardinale a capo di un popolo può cambiare le sorti di una grande città anche in tempi di carestia.
*presidente
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