La vedova Raciti: "Filippo guardava i ragazzi arrestati con gli occhi di un padre"

La vedova Raciti: "Filippo guardava i ragazzi arrestati con gli occhi di un padre"

Catania - "Voglio ringraziare tutte le persone, tantissime, che in questi giorni sono state vicino a me, alla mia famiglia e ai colleghi di Filippo". Comincia così il testo della lettera letta ai giornalisti in questura a Catania da Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Filippo Raciti. "Avrei preferito rimanere in silenzio, però in questi giorni e oggi in particolare mi sono state attribuite parole che non ho detto, pensieri che non pensato, situazioni che non ho vissuto. Quello che voglio ribadire è che spero che la morte di mio marito serva a cambiare qualcosa, che chi gli ha tolto la vita è una persona che non conosce il vero senso della vita".

Ragazzi "Un motivo di ulteriore sofferenza per me - sottolinea - è vedere che in questi giorni sono stati arrestati per i disordini di quella sera ragazzi molto giovani che hanno la stessa età di mia figlia Fabiana, e questo diceva sempre Filippo quando tornava dopo avere lavorato a tutela del servizio d'ordine negli stadi. Gli dispiaceva che a creare i disordini fossero dei ragazzini. Lui li guardava con gli occhi di un padre, so che si dispiaceva ogni volta che doveva fermarne uno. In queste ore, per questo, io adesso penso anche alle famiglie dei giovani che sono stati arrestati, perchè è importante l'educazione che viene dalla famiglia, dalla scuola, dalla società. Lasciatemelo dire - aggiunge - è altrettanto importante insegnare il rispetto della divisa sempre. Le forze dell'ordine vanno rispettate".

Ringraziamenti "Ringrazio le mogli dei colleghi di Filippo perchè mi sono state vicine, sanno che al mio posto avrebbero potuto esserci loro. Scusatemi, vengo informata continuamente di iniziative, testimonianze, sottoscrizioni in nome di Filippo e a sostegno della mia famiglia, a Catania come in altre città d'Italia.

Ringrazio di cuore tutti, ma datemi del tempo. Ho bisogno di ritrovare un po' di serenità, poi sarò pronta ad andare ovunque per parlare di Filippo, del suo sacrificio, dell'importanza del lavoro degli agenti, del valore del rispetto della vita".

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