Veltroni ha nostalgia. Non dell'Africa, dove nonostante i proclami non andò mai, ma del recente passato. Precisamente quello in cui poteva dialogare con altri partiti perché "era il segnale che era possibile costruire due schieramenti che si oppongono con responsabilità e nitidezza programmatica". Il riferimento non è puramente casuale, ma ha due nomi ben precisi: Fini e Casini. Persone che, a detta dell'ex segretario piddino, "rispettavo e continuo a rispettare". E soprattutto persone con le quali, in un "incontro riservato", Veltroni creò le condizioni per l'elezione al primo scrutinio di Carlo Azeglio Ciampi. Un'intesa che funzionò alla perfezione. E che Veltroni sembra riproporre adesso considerando anche le parole di elogio spese nei confronti di esponenti politici che hanno in comune con lui una cosa: far fuori Silvio Berlusconi.
Dal palco di Amelia, durante il seminario di Liberal Pd, il democratico ci tiene a evidenziare l'importanza di intese bipartisan, nell’interesse del paese, ma soprattutto nel suo. Perché la lettera firmata insieme con Beppe Pisanu era il preludio, e le dichiarazioni di Amelia ne sono la continuazione. Di quel progetto "transitorio", di quel governo definito di "decantazione", salutato, secondo Veltroni, positivamente da alcuni settori del centro destra "salvo che dal Pdl secondo il quale si tratta di un ribaltone". Ma per Veltroni nessuno "può pronunciare questa parola dopo le acquisizioni dei parlamentari da parte della maggioranza". Al contrario, il governo di decantazione è utile per arginare "lo spirito berlusconiano che mette in discussione delle architravi del pensiero democratico". Veltroni pensa a una "breve fase di transizione che chiuda l’agonia del Paese, piena di rischi e di pericoli. È una stagione che si sta concludendo. La nostra transazione si contrappone all’immobilismo della rissa quotidiana".
"Un cambio di maggioranza - ha concluso Veltroni - per affrontare delle situazioni più drammatiche e creare le condizioni per un bipolarismo maturo. Solo così l’Italia riuscirà a uscire della crisi". Peccato però che il progetto veltroniano non abbia trovato una sponda unanime all'interno del suo partito. Lo stesso Bersani ha definito la missiva al Corriere della Sera "una lettera generosa", predicando attenzione e precisando che "occorre essere realisti perché da qui a 15 giorni arrivano le intercettazioni, il processo lungo dal Senato alla Camera, insomma il problema sono le condizioni". Ed ecco spiegato, forse, come mai Veltroni blandisca il presidente della Camera e il leader dell'Udc.
E poi non poteva mancare l'attacco al premier da parte di Veltroni che ha commentato le parole del Cav sulla magistatura e sulla scuola pubblica definendole "un progressivo slittamento verso l’abisso e una delegittimazione del lavoro di magistrati e insegnanti".
Parole di elogie spese invece per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che "si fa in quattro per trasmettere un’immagine positiva del Paese". Un Paese, ha concluso Veltroni, "dominato dalla paura" e da questa c’è il rischio che nascano "arroccamenti autoritari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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