La vendetta di Prodi: «Così ora imparano»

«Così imparano». L’ultima goccia di veleno, Romano Prodi non la riserva a Berlusconi, e neppure a Veltroni. È tutta per Fausto Bertinotti, e per quella Sinistra Arcobaleno che è stata travolta dalle urne e che resterà fuori dal Parlamento. È rimasto tutto il giorno a Bologna, il premier uscente, a seguire in tv la maratona degli spogli con la moglie Flavia. Ha negato ogni commento ai cronisti, si è tenuto in costante contatto con Giuliano Amato al Viminale, e poi - come lui stesso ha fatto sapere - ha voluto anche chiamare Veltroni per complimentarsi per il risultato. Si è detto «soddisfatto» per il Pd, che «ha retto bene la prova» e ha migliorato le performance dell’Ulivo. Ora lui ritiene «chiusa» la sua esperienza politica italiana, l’addio l’ha dato al comizio finale di Bologna al fianco del nuovo leader, il suo «testamento politico» lo ha affidato domenica alle colonne di Repubblica.

E sulle ragioni della sua sconfitta e della fine del suo governo, ha ripetuto agli intimi, si è fatto un’idea chiara: la colpa non è di Mastella, che «umanamente» capisce, ma del logoramento subito da sinistra e dei colpi bassi di Bertinotti. Che ora è servito: «Così imparano».

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