da Venezia
Lui lo chiamava “l’antro”… Chi non ha avuto la fortuna di entrare nello studio veneziano di Emilio Vedova, in Dorsoduro 51, non sa che cosa si è perso. Ai bordi delle Zattere, lì dove la città si allunga sulla Punta della Dogana che fronteggia San Marco dall’altro lato del Canal Grande, il pittore aveva recuperato un ex squero del Cinquecento, un tempo usato per la costruzione delle gondole. Pareti sghembe e ondulate, illuminate da ampi lucernari, delimitavano un lungo spazio curvo ritmato da alte e fitte capriate, trasformato in una sorta di grande laboratorio che era insieme un percorso artistico e domestico, perché, come in un continuum, a quello spazio Vedova aveva aggiunto la propria abitazione.
Interamente veneziano, “l’antro” aveva visto il formarsi di una pittura “spaziale con vista sul mondo”: cicli di opere come “Plurimi binari” negli anni Settanta, i gradi “teleri” degli anni Ottanta, i “Dischi”, i “Tondi”, gli “Oltre”, i “Carnevali”, i “Continuum” e i “Modellini per uno Spazio” che contrassegnarono una vecchiaia tanto operosa quando innovativa sino all’ultimo: Nato nel 1919, l’artista è scomparso, ultranovantenne, nel 2006.
Adesso la fondazione Emilio e Annabianca Vedova, a un anno esatto dalla inaugurazione del museo robotico a lui dedicato, progettato da Renzo Piano al Magazzino del Sale, sempre alle Zattere, fedele alla sua missione di valorizzare e studiare l’opera del maestro, ospita nello Studio, di cu sempre Renzo Piano ha curato una prima fase di restauro, un’esposizione ricca di opere inedite, incentrata sull’aspetto scultoreo del suo lavoro (dal 5 giugno al 19 settembre).
Curata da Germano Celant (catalogo Skira), la mostra affianca, al Museo Vedova, per lo stesso curatore e ancora con catalogo Skira, una personale di Louise Bourgeois, The Fabric Works, anch’essa con molti inediti, in specie nella sua parte di lavori in stoffa e l’accostamento fra questi due “vecchi leoni” dell’arte (la Bourgeois festeggerà un secolo di vita nel 2011) stimolante quanto impressionante. “L’antro”, dunque, ritorna a funzionare a pieno ritmo. Dotato delle più moderne tecnologie, in modo da rispettare gli standard conservativi richiesti dai parametri museali, sarà diviso in una zona archivio-conservazione-restauro, relativa all’opera di Vedova, e una zona culturale particolarmente flessibile per ospitare mostre, conferenze, concerti. Un grande risultato, insomma, per Venezia, e un appuntamento obbligato per il mondo e gli appassionati dell’arte, una scommessa vinta in un momento così difficile di crisi e di incertezza economica.
Louise Bourgeois, The Fabric Works
Venezia dal 5 giugno al 19 settembre 2010
10.30 – 18.00 chiuso il martedì
Inaugurazione 4 giugno 2010 ore 18.00
Biglietti 10 Euro intero 5 Euro ridotto
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.