«Vengono alterati i diritti E ci sono altre priorità»

Roma. «Viviamo in uno Stato democratico e laico, ognuno ha il diritto di manifestare, così come credo meriti rispetto chi ha posizioni differenti, senza venire additato come un nemico o come “omofobo”. Detto questo, mi sembra che invece di un confronto serio sui contenuti, vi sia chi vuole imporre una visione parziale della vita a tutta al società». Monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma, rettore dell’Università Lateranense e cappellano della Camera, non vuole gettare benzina sul fuoco delle polemiche di questi giorni. Mentre in piazza Farnese si sta concludendo la manifestazione in favore dei Pacs, il prelato sta facendo una passeggiata dall’altra parte di Roma. «Quando si chiedono delle nuove leggi – spiega al Giornale – è necessario che chi le propone e chi invece non le ritiene giuste, si confrontino nel merito. Non deve aver ragione chi grida di più, ma chi porta delle motivazioni che aiutano a far progredire la società. I Pacs, a mio avviso, non sono un progresso ma rappresentano un’alterazione del diritto che modifica i principi alla base della nostra società». «Del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto – continua il prelato – non se ne avverte la necessità, non si tratta certo di una priorità. Basta vedere come sono andati deserti i registri aperti presso alcuni Comuni italiani. Il legislatore, credo, dovrebbe essere attento ad altri problemi, per promuovere leggi che siano davvero di sostegno alla famiglia, alle giovani coppie in cerca di alloggio, alle donne in meternità e che aiutino l’infanzia».

E la partecipazione, sul palco della manifestazione del magistrato di Cassazione Palombarini? «Non la commento. Faccio soltanto notare, in generale, che l’esposizione di membri della magistratura in queste occasioni rischia di minare la fiducia che molti cittadini hanno in quella istituzione».

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