Nautica

Venti miglia di navigazione "elettrica"

«Green Line 33 Hybrid» ha una motorizzazione a bassa potenza e consumi ridotti. Due i propulsori, uno da 75 cavalli e uno potenziato da 165, entrambi Volkswagen Tdi. La velocità di crociera è di 10 nodi con punte di 13

Venti miglia di navigazione "elettrica"

Si era fatto notare al salone di Dusseldorf 2008, quando era ancora un prototipo grezzo e senza cabina che prometteva di essere «verde» ed ecologicamente corretto. Oggi il «Green Line 33 Hybrid» è in navigazione ed è prodotto in serie da Seaway (azienda italo-slovena che produce anche le imbarcazioni Skagen e Shipman) e rappresenta un esempio concreto di scafo a bassissimo impatto ambientale. Innanzitutto è agile, perché con le sue 5 tonnellate scarse a vuoto risulta essere un dieci metri a motore leggero, con circa 2 tonnellate in meno in media rispetto alla concorrenza. Poi, i consumi sono ridotti perché i progettisti hanno deciso di avere una motorizzazione poco potente: due le opzioni, un 75 e un 165 cavalli Volkswagen Tdi. Certamente le velocità non sono da capogiro (13 nodi quella massima, 10 quella consigliata di crociera), ma lo scafo scelto non ha nessuna pretesa di planata. Si naviga in dislocamento, e le linee d’acqua riprendono in pieno quelle delle più moderne barche a vela che, essendo spinte solo dal vento, fanno della massima efficienza idrodinamica il proprio cavallo di battaglia. Il progetto, del resto, è dello studio sloveno J&J, nome noto in tutto il mondo per il successo ottenuto con tantissime barche a vela di serie: da qui consumi decisamente limitati. Oltre alla versione a gasolio, il cantiere propone quella ibrida, dove il motore è accoppiato a un alternatore che ricarica le batterie e che, quando si naviga a batteria, funziona da propulsore elettrico. Inoltre, sono previsti accumulatori al litio, molto efficienti ma anche costosi, e una completa pannellatura solare posta nel tetto dell’imbarcazione. Questo modello può navigare in elettrico per 20 miglia, a una velocità di circa 5 nodi. Unico neo da segnalare è la differenza di prezzo tra le due versioni: 80mila euro (Iva esclusa) per la versione a gasolio, 150mila euro (sempre esclusa l’Iva) per la cosiddetta ibrida, anche se tale divario è giustificato dal costo delle tecnologie. All'interno c’è un’eccellente suddivisione degli spazi, con la cabina armatoriale sistemata a prua (i letti sono separati) e con una vista eccezionale grazie ai tanti oblò ricavati lungo le fiancate. Più rialzata, invece, la dinette con doppio divano trasformabile, tavolo e cucinino a L all’ingresso. Anche qui la vista è a 360 gradi, grazie alle alte finestrature laterali e alla totale apertura verso poppa. Infine, da segnalare in pozzetto la possibilità di abbattere lo specchio di poppa che, una volta aperto, forma una comoda piattaforma sul mare. Si apre così una nuova rotta, quella del futuro, una rotta che va a rappacificarsi con la natura per troppo tempo trascurata.

Senza contare che molti costruttori portano già sul mercato motori marini a bassissimo impatto ambientale.

Commenti