Signor Direttore,
è ormai tradizione che io mi rivolga a lei quando informo i lettori del suo giornale di eventi importanti che riguardano la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin, giunta ormai alla sua conclusione con risultati che il senatore a vita Giulio Andreotti ha considerato devastanti quanto basta per suggerire un momentaneo congelamento della Commissione stessa per non destabilizzare il Paese alla vigilia delle elezioni. Oggi dunque voglio informarla di un fondamentale sviluppo rappresentato dal fatto che il magistrato anti terrorismo d’Europa, il francese Jean-Luis Bruguière, ha confermato ieri che la decisione di assassinare papa Giovanni Paolo II e la pianificazione del delitto furono prese dal servizio militare sovietico GRU. Il magistrato che indaga sulle trame terroristiche da 25 anni ha così confermato ciò che mi disse al Palais de Justice di Parigi nell’ottobre 2004, durante una rogatoria internazionale. Bruguière avrebbe voluto venire a testimoniare direttamente davanti alla Commissione Mitrokhin ma non ha potuto perché il suo ruolo di giudice istruttore nel processo contro il terrorista Carlos glielo impediva, ma ha voluto confermare. Ieri l’altro l’ultimo capo del Kgb sovietico dal 1988 al 1991, e cioè Vladimir Kriuchkov, ha definito «una montatura, una provocazione e un'assurdità promossa da chi non è intenzionato a sviluppare i rapporti Italia-Russia» l’inchiesta che il Parlamento italiano ha svolto anche sull’attentato al Papa. Chi è Vladimir Kriuchkov? È il capo della congiura che tentò un colpo di Stato contro Michail Gorbaciov nell’agosto 1991 quando tutto il mondo tremò all’idea che la fragile apertura democratica nell’Unione Sovietica potesse essere spazzata via e che una nuova cappa di piombo comunista ci riportasse tutti alle angosce della guerra fredda. Kriuchkov fu sconfitto, licenziato, blandamente punito e infine riabilitato. Ma c’è un importante circostanza che lega questo signore alle nostre vicende e sta nella intervista che il professor Romano Prodi, allora presidente dell’Iri, concesse al Corriere della Sera mentre era in corso il golpe nell’agosto del 1991. L’intervistatore chiese a Prodi che cosa pensasse del golpe e lui disse prima di tutto che se l’aspettava, poi che conosceva bene il signor Kriuchkov e che avrebbe atteso ancora un po’ per valutare il nuovo corso economico della nuova Unione Sovietica. Quindi: comprensione per il golpe, un apprezzamento per il capo del Kgb e attesa fiduciosa nel nuovo corso da guerra fredda. Nella stessa pagina del Corriere c’era poi una lista delle imprese italiane che lavoravano in Unione Sovietica e fra queste anche la famosa Nomisma, in joint-venture con un istituto economico sovietico, il Plehanov, che in realtà era la sezione economica del Kgb. Quindi, l’uomo che con il giochetto del piattino finì con l’informare le Br del fatto che il loro covo era scoperto, era lo stesso che più tardi confesserà di essere in buoni rapporti con il capo del golpe Kgb, mentre Nomisma faceva affari con un istituto che era anche una delle facciate rispettabili del Kgb. È quindi molto istruttivo apprendere che Kriuchkov sia oggi così schierato contro la Commissione, così come lo sono, alle nostre latitudini, gli amici di Prodi.
*Presidente della Commissione Mitrokhin
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