Erano oltre quindicimila ieri sera allArena di Verona per ballare/saltare/cantare con Ben Harper, il californiano che da più di dieci anni è in giro per il mondo con una miscela di musica che ha i ghirigori del soul, la forza del blues, il ritmo del rock e, quando capita, pure la serena intensità del gospel. Insomma, è stato forse il concerto finora più applaudito del Verona Folk 2006, la rassegna diretta da Gianmarco Mazzi e Massimo Bubola che questanno ha messo in cartellone i Negramaro, Patrizia Laquidara (il 10 e l11) e poi ospiterà Massimo Bubola (il 18), i clamorosi Gotan Project (il 21), Angelo Branduardi (22), Tangeri Café Orchestra (27), Sergio Borsato (29) e Violante Placido (30).
Appena arrivato da Pistoia, Ben Harper ha portato in scena il suo solito set, arricchito dai brani del suo ultimo doppio ciddì Both sides of the gun, che mescola i suoi due lati: quello elettrico, gonfio di funky e rock, e quello acustico, molto più riflessivo e accomodante, quasi mai ispido e anzi docile e talvolta notturno. E quindi larrivo di questo (quasi) quarantenne sul palco dellArena, in mezzo alla sua band che lo segue da mesi nel tour de force della promozione di questo ciddì che anche in Italia ha debuttato al primo posto della classifica. E dire che il penultimo album era There will be a light, ossia una divagazione gospel realizzata con i Blind Boys of Alabama, veri e propri campioni di quel gospel che nellultimo secolo ha ispirato e illuminato le chiese della provincia americana.
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