Proprio così: giusto in tempo per l’annuncio in diretta ieri pomeriggio su Raiuno. Mai visto un cast di cantanti così difficile da chiudere - confermano i bene informati - neanche quando a giocarsi i Festival erano peperini come Claudio Villa o Domenico Modugno. Dentro uno, fuori l’altro. Fino all’ultimo. Alla fine tra i quattordici dell’Ave Maria, tanto per dire, ci sono i risorti Matia Bazar al posto di Cutugno e Concato, dati per certi fino alla fine. Ed è spuntata Arisa, proprio lei che non ci sperava più «perché sono un volto di Sky». Ennò: ci sarà, e nella serata dei duetti canterà addirittura con José Feliciano l’impossibile da dimenticare Que serà. Insomma, sul foglietto che all’Arena di Giletti un Gianni Morandi più emozionato del solito estraeva ogni mezzora dal taschino, i nomi erano scritti a caratteri cubitali. Ma sono rimasti incerti fino alle due del pomeriggio, esattamente come i superospiti, dei quali ieri Giletti a sorpresa ha annunciato Stevie Wonder (probabilissimo) mentre qualcuno accenna ancora ad Adele, peraltro in convalescenza. Insomma, un bel caos. Lo conferma Gianmarco Mazzi, statuario direttore artistico (l’unico con le gambe più lunghe persino dei trespoli dello studio Rai), che papale papale ha ammesso: «Il cast più difficile». E lo sanno anche i tecnici grafici Rai, quelli che avevano il compito di preparare i video con le immagini e i nomi del cast da proiettare sullo schermo. A loro è stato chiesto fino all’ultimo di essere pronti a qualche variazione, anche nella notte tra sabato e domenica. E così è nato il cast del sessantaduesimo Festival di Sanremo: dopo un lunghissimo rodaggio, roba che al confronto i governi del pentapartito erano una passeggiatina. Dentro Dolcenera, fuori Syria. E via sull’altalena. Dentro Irene e Fornaciari fuori Manuel Agnelli degli Afterhours Perché? Perché il mondo della musica si è frammentato, è segmentato, si è disperso in tanti canali diversi. Non ci sono più soltanto le grandi major che, come le sette sorelle ai tempi di Enrico Mattei, governavano il pop alla faccia di tutti gli altri. Ormai molti corrono da soli, con le proprie agenzie, i propri manager e i propri progetti. Quindi il panorama è disperso assai, difficile da monitorare. E se ci aggiungete che quest’anno la celeberrima convenzione tra Comune di Sanremo e Rai si è ufficialmente chiusa solo il giorno di Sant’Ambrogio, zac!, la spiegazione è presto data. Gestazione complicatissima. Ed esordio delicato, visto che il Festival è stato svelato per la prima volta durante una diretta televisiva proprio il giorno in cui le tv erano zeppe di notizie dall’Isola del Giglio. «Per un momento abbiamo pensato di spostare l’annuncio, ma poi ci è sembrata una scelta sbagliata», dicono gli organizzatori. Se l’avessero fatto, magari Gigi d’Alessio avrebbe avuto un po’ più di tempo per riprendersi dalla sorpresa di essere entrato nel cast. Anche lui all’ultimo. E stavolta con la sorpresa delle sorprese: duetterà con Loredana Berté, questa sì una coppia impossibile e vedremo quanto resisterà nella bolgia dell’Ariston. L’ha scritto lui, il brano, e si annuncia timidamente rock, una novità pure questa per uno che da vent’anni è ben assestato sulla melodia. «La mia partecipazione è stata decisa proprio sul filo del rasoio», conferma: infatti aveva in previsione di pubblicare il duetto giusto la settimana prossima. Marcia indietro. Dovremo farla anche su Chiara Civello, ben nota all’estero e molto meno qui perché troppo “jazzy”, troppo timidamente sofisticata.
Canterà Al posto del mondo ed è candidata in pectore al premio della critica e pazienza per quello strano accostamento nel duetto del giovedì sera con Shaggy, già, quello di Boombastic. Comunque, complicato o no, finalmente ci siamo: la tiritera delle indiscrezioni è finita e il cast si prepara davvero a cantare. Era ora, dopotutto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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