Al vertice italo-francese Prodi e Chirac non parlano dell’alleanza con Air France. Il ministro Bersani: «Stiamo ragionando su varie ipotesi. Vedremo» Alitalia, no alla svendita. Forse partner italiano

Catricalà: possibili deroghe ai limiti Antitrust. Pesante il titolo in Borsa

Enrico Bonzio

da Milano

È gelo tra Italia e Francia sul dossier Alitalia-Air France. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha sottolineato ieri di non aver affrontato la questione di una possibile alleanza nel corso del summit bilaterale tra i due Paesi, nonostante dal vertice si attendesse, al contrario, l’annuncio di un avvicinamento tra i due vettori. «Tra noi due non ne abbiamo parlato», ha tenuto a precisare Prodi, segnando un distinguo rispetto alle dichiarazioni rilasciate solo un momento prima, in conferenza stampa, dal presidente francese Jacques Chirac.
«Un riavvicinamento tra le due società - ha detto infatti Chirac - è ai miei occhi auspicabile». Anche il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, ha peraltro dichiarato di non aver scambiato «neanche una parola» su Alitalia con il suo omologo Dominique Perben.
A chiarire la posizione del governo ci ha quindi pensato, al termine del vertice, il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Nella ricerca di un partner per la compagnia, l’obiettivo fondamentale è quello di «non svendere le significative potenzialità» del mercato nazionale italiano che può ancora avere prospettive di sviluppo. Tra le possibilità non c’è solo Air France e fino a ora, ha chiarito il ministro, «quanto ascoltato non corrisponde a questa esigenza». Le porte - stando almeno alle parole di Bersani - restano quindi aperte a diverse soluzioni, che possono andare dalla gara pubblica per trovare un partner alla cordata di imprenditori italiani: «Stiamo ragionando su varie ipotesi. Vedremo».
Se a queste dichiarazioni affianchiamo quella rilasciata a Sky Tg24 dal presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, Antonio Catricalà, si aprono nuovi scenari. Alla domanda su come agirebbe in caso di alleanza tra Alitalia e un vettore italiano (Air One nella fattispecie) Catricalà ha risposto: «Nel caso di una soluzione tutta italiana, ovviamente ci sarebbero dei limiti Antitrust. Ma se per esigenze politiche superiori questa alleanza deve essere perseguita, allora si potrebbe utilizzare la legge istitutiva dell’Antitrust 287 del ’90 che, all’articolo 25, prevede un programma concordato con il governo per una deroga a tempo dei limiti Antitrust e un piano di rientro entro un tempo stabilito a garanzia dei diritti dei consumatori».
Ieri, intanto, in Borsa il titolo Alitalia è stato negativo, anche in seguito alla vendita del 2,7% della compagnia effettuata da Morgan Stanley. Sono state vendute 37,5 milioni di azioni della compagnia, per un controvalore di 34 milioni di euro e al prezzo di 0,91 euro l’una, per conto di un soggetto terzo non identificato. Ad annunciarlo è stata la stessa banca d’affari Usa in una comunicazione e-mail alla clientela. A Piazza Affari le azioni Alitalia hanno chiuso con una perdita del 2,17% a 0,90 euro.


Infine, mercoledì della prossima settimana le commissioni Trasporti della Camera e Lavori Pubblici del Senato hanno in programma l’audizione del presidente e amministratore delegato di Alitalia, Giancarlo Cimoli. La seduta vedrà le due commissioni riunite in sede congiunta a Montecitorio.

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