La tv le ha insegnato che cos’è la sconfitta. Che è una novità, per una che ha conquistato tre ori olimpici di fila. E l’ha cambiata un pochino. Valentina Vezzali, la regina del fioretto, si è scoperta più donna: riesce perfino a camminare sui tacchi. Ora però è in tuta: perché, mentre danzava su Rai uno a Ballando con le stelle (appena finito), continuava ad allenarsi con la scherma. E a vincere, visto che la coppa del mondo è già cominciata. Perché in televisione, forse, ha imparato a perdere, ma in pedana non ci pensa nemmeno.
Ha appena superato la soglia dei 35 anni. Progetti?
«Ora torno un’atleta a tempo pieno. La stagione è iniziata a febbraio. Ci sono la coppa del mondo, gli europei a luglio, i mondiali a ottobre».
Tutti gli anni così?
«Sì, tutti gli anni».
L’anno dell’Olimpiade allora si rilassa?
«No, le qualificazioni iniziano a marzo dell’anno precedente. E lì ogni gara è determinante, è come la finale».
La prossima sfida?
«Devo rientrare in piena forma per il mondiale di ottobre. E poi c’è Londra 2012».
L’obiettivo?
«Tocchiamo ferro. Ma il percorso è lungo, e sono l’atleta da battere. Non sarà facile».
Già a Pechino avrebbe voluto essere portabandiera. Ci conta per Londra?
«Portare la bandiera dell’Italia alle Olimpiadi è il sogno di ogni azzurro. Se succederà sarò felicissima».
Pensa anche a un altro figlio?
«Sì. Pietro non rimarrà solo, avrà un fratellino. O una sorellina».
Le piacerebbe rimanere in tv?
«È stata una parentesi bellissima. Da quando avevo sei anni, fino al dicembre scorso per me c’era stata solo la scherma. È stata un’esperienza, in futuro chissà».
Anche la sua collega Margherita Granbassi ha iniziato a frequentare il piccolo schermo. L’ha vista ad «Anno zero»?
«Sinceramente non l’ho vista. Sono sempre impegnata, Pietro guarda solo i cartoni animati. Però so che lei mi ha televotato a Ballando con le stelle. Vede che andiamo d’accordo?».
Che cos’è più difficile? Ballare o toccare?
«Ballare. È la cosa più difficile che abbia mai fatto. Non ho molto talento, ma sono contenta dei miei risultati: da sotto zero ho raggiunto l’obiettivo di muovermi e ballare sulla pista. Non sono la Fracci, però me la cavo».
È l’atleta italiana che ha più vittorie internazionali, dopo Valentino Rossi. Riuscirà a raggiungerlo?
«Con lui è quasi impossibile».
Lei e Giovanna Trillini di Jesi, Valentino di Tavullia. Che c’è nelle Marche?
«Abbiamo l’aria buona. A Jesi c’è pure il verdicchio. Lui è più giovane ma è nato a metà febbraio, come me. Tutto torna».
Quindi chi le resta da battere?
«Avevo l’obiettivo delle pole di Schumacher e ci sono vicino. Valentino credo sia imbattibile. Però mai dire mai: i conti si fanno a fine carriera. Diciamo che vorrei sfidarlo in pedana. Poi, magari, potremmo scendere in pista e confrontarci anche in moto. Amo molto la velocità».
Ha detto: «Mi ritirerò da vincente». È così?
«Spero di sì. Vado avanti perché ci credo, è bellissimo superare i propri limiti. Siamo noi a porci dei paletti».
Il prossimo limite da superare?
«Vincere la quarta Olimpiade di fila sarebbe davvero un’impresa: darò l’anima per farcela».
La vittoria più bella?
«Non dimenticherò mai il quarto mondiale, a Lipsia, il primo da mamma. Quello che ho vinto quattro mesi dopo il parto. Un record assoluto».
Che farà dopo la scherma?
«Il mio mondo è lo sport. Mi ha dato tanto, mi piacerebbe dare il mio contributo».
La politica non l’attrae?
«Penso che vorrei dare qualcosa allo sport, a livello dirigenziale».
Magari come ministro delle Politiche sportive?
«Mai precludersi nessuna strada. Però vorrei rimanere nel mio mondo e mi piacerebbe diventare commissario, visto che sono nelle Fiamme oro. Prima devo finire la laurea in giurisprudenza. Il mio obiettivo è essere in forma per i Giochi. Poi valuterò la strada da prendere».
Oltre a scherma e televisione c’è la famiglia. È una mamma apprensiva?
«Molto. Ora inizio anche a essere severa. Imparare a fare la mamma è come diventare campionessa olimpica: un percorso da compiere giorno dopo giorno».
Anche la sua collega Giovanna Trillini ha una figlia. Vi incrociate con le carrozzine ogni tanto?
«Tutti i giorni. Claudia e Pietro vanno allo stesso asilo. Ma non sono in classe insieme».
Suo figlio farà scherma?
«Per ora, fra le quattro specialità, spada, sciabola e fioretto, lui coltiva la forchetta. Di sicuro farà sport. Non so se sceglierà la scherma: sarebbe una bella responsabilità».
Dice di essere un’emotiva. Com’è che l’hanno soprannominata il cobra o la mangusta?
«Appena ti muovi, la mangusta legge il movimento e colpisce. Il mio soprannome preferito è Vale: perché dicono che valgo. Un po’ più umano di mangusta... Però è vero, nella vita sono molto emotiva. Quando salgo in pedana metto la maschera e mi isolo: ci sono solo io, e l’avversaria. Se provi qualcosa, sei subito toccata. Fuori, però, sono normale».
Ha perfino un punto debole?
«Se mi prendono in giro perdo la testa. Così, una volta, mio marito è riuscito a piazzarmi dodici stoccate».
È vero che si è ingelosito a vederla ballare?
«Già. Non l’avrei mai pensato. Mi ha fatto molto piacere, la gelosia ravviva il matrimonio: a saperlo, l’avrei fatto prima».
La televisione l’ha cambiata?
«Mi sento più donna, ora riesco anche a camminare e ballare coi tacchi. Non è facile, per una che vive tutto il giorno in scarpe da ginnastica».
Scaramanzie?
«Prima di una gara mi isolo e canto Eros Ramazzotti. Sono molto stonata».
Funziona però. Altri segreti della sua imbattibilità?
«A volte perdo anch’io. Anzi, qualche sconfitta fa bene: apprezzi di più le vittorie».
Lo dice perché ha vinto tre Olimpiadi?
«È la verità. A Ballando ho perso, non ho mai ricevuto voti così bassi, ma pazienza. Esco di qui sconfitta, anche se dopo 8 puntate su dieci: alla fine è quasi un bronzo».
C’è qualcosa che non ha conquistato?
«Non sarò mai una ballerina. E neanche una brava cuoca».
Suo marito fa il calciatore, ma è molto meno famoso di lei. Com’è vivere con una campionessa?
«Facciamo sport diversi, anche lui ha avuto tante soddisfazioni. Per lui sono solo Valentina, una donna fragile: sa come sostenermi nei momenti difficili, mi aiuta nelle mie imprese. Ogni medaglia andrebbe divisa. Bisogna dirlo: dietro ogni grande donna c’è sempre un grande uomo».
Non ha mai paura di lei?
«No, non sono pericolosa, il fioretto lo lascio sempre in palestra.
Però se mi arrabbio posso essere molto tagliente. E testarda».
È un’ottimista?
«Sì, bisogna sempre pensare positivo. Guardarsi allo specchio e dire: ce la farò. Senza dimenticare mai i nostri sogni, anche nei momenti difficili».
Come la crisi? Che ne pensa?
«Ne abbiamo attraversate tante.
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